Meglio sole
Data: 29/11/2020,
Categorie:
Masturbazione
Autore: Lucciola fra le mani, Fonte: EroticiRacconti
... niente mutandine. Mentre scendo le scale ne apprezzo la mancanza: l'aria è più fresca là sotto e il brivido che mi trasmette il plug ad ogni passo è semplicemente delizioso. La hall non offre granché: sono quasi tutti in piscina o a pranzo e io ho già mangiucchiato qualcosa in viaggio; meglio uno di quei cocktail con cannuccia, ombrellini e fettina di arancio. Con la bibita in mano, cerco una sedia all'ombra in prossimità della piscina. Mentre assesto il mio culo sulla seduta, una deliziosa fitta mi fa chiudere gli occhi: è il plug che si è conficcato ancora più a fondo. Mi guardo intorno e noto in acqua un signore sulla cinquantina che, nuotando a ranocchia, si dirige 'casualmente' verso di me. Anche se non ho intenzioni 'bellicose', non resisto alla tentazione: allargo le cosce, accavallando le gambe molto lentamente; solo un cieco sarebbe privato della vista della mia sontuosa spacca. L'uomo rimane interdetto e meravigliato; lo fisso negli occhi mentre mi passo la lingua sul labbro dopo aver gustato con voluttà una lunga sorsata del mio drink. È indeciso sul da farsi: uscire dall'acqua e cercare d'impezzarmi o restare a mollo con la fava in mano. Resta a mollo! Ma il suo sguardo tradisce l'eccitazione del basso ventre; mentre io con le labbra a cuoricino aspiro rumorosamente le ultime stille di bevanda. Un'altra passata di lingua sul labbro superiore e lascio la mia postazione, e il coglione cinquantenne a mollo. Il caldo comincia a farsi sentire, risalgo in camera a ...
... mettere il costume. Devo tuttavia riconoscere che il teatrino giù in piscina, mi ha messo addosso una certa voglia, ma non ora; prima ci vuole un bel tuffo, una doccia, un boccone per cena e poi chissà; ho anche un buon libro da leggere. Il cinquantenne si era stufato di stare a bagno. Salito lui, scendo io, meglio. Un coglione in meno da dover gestire. La piscina è un sogno, cascatelle, fontane e idromassaggio; c'è di tutto. Con il plug sempre conficcato nel culo mi dispongo vicino ad una di quelle bocchette sommerse di ossigenazione il cui getto è proprio all'altezza giusta. Scosto il costume e muovo il bacino in modo che la mia patatina sia investita in pieno dal flusso liquido. È come una leccata virtuale, un cazzo fatto di acqua, una pesante carezza liquida che mi fa salire la pressione. Mi ci vorrebbe un cazzo che non c'è; o forse no. Risalgo e indosso l'accappatoio; raggiungo l'ascensore e rientro in camera. Appendo sul pomolo esterno della porta il cartellino 'NON DISTURBARE'. Recupero dalla valigia il beauty col mio kit sopravvivenza: ovetti, plugs e..."WASSIM", un dildo in gomma di una trentina di centimetri. Sinuoso quanto basta per frugare ogni anfratto ma solido e tosto quando occorre. Prima di coricarmi apro la finestra. Le tende si gonfiano per via di un vento tiepido. Mi tolgo il costume bagnato e mi sdraio. La seta grigia del copriletto è piacevolmente fresca al contatto con la pelle; la mano scivola fra le cosce a saggiare che il plug sia ancora saldo al suo ...