1. Money - 3


    Data: 04/12/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Massi S.

    Le corde strette intorno ai polsi cominciavano a darmi prurito. Monique si muoveva sopra di me con tale maestria e spudoratezza da farmi perdere letteralmente la testa. Le sue unghie avvinghiate al mio petto, nella carne, come un'arpia che tiene stretta la sua preda per darle il colpo di grazia. Il suo seno tonico che saltellava su e giù a ritmo dei colpi del suo bacino, l'odore dei nostri corpi nudi, che si contorcevano, tremanti per l'eccitazione. Avevo una gran voglia di afferrarle i fianchi, per potermi spingere ancora più a fondo dentro di lei, ma quelle maledette corde erano ancora lì, a costringermi alla resa. Alzai lo sguardo ed i suoi occhi maliziosi incontrarono i miei. Ero suo, ma lei non era mia e non lo sarebbe mai stata. Un gemito le sfuggì dalle labbra serrate, mentre il movimento del suo ventre diveniva man a mano circolare e costante. Si morse il labbro inferiore continuando a fissarmi dritto in faccia, in attesa di veder nascere in me il fiore della pazzia. Si portò due dita alle labbra con fare lussurioso ed intrigante, succhiandole fino alle nocche ed estraendole di nuovo per poi farle scivolare giù lungo il collo e sui seni, soffermandosi a lungo sui capezzoli turgidi dalle areole piccole e pallide come boccioli di rosa. Le dita scesero ancora, sfiorando l'ombelico per poi dirigersi più a sud, verso l'equatore, dove faceva più caldo. Scostó leggermente la parte superiore delle grandi labbra, in cerca di piacere ed eccola sussultare quando la punta delle ...
    ... dita trova la clitoride. A quella visione, quel poco di razionalità rimasta in me evapora via, lasciando spazio alla parte più primitiva ed intima della mia anima. Comincio a muovermi in tutti i modi possibili, tentando di prendere il sopravvento su di lei, ma ancora una volta, quelle corde intorno ai polsi mi ricordarono chi era al comando. La sue dita presero a muoversi in maniera frenetica, stimolando il suo sesso, mentre l'intensità dei movimenti del ventre aumentò fino a far scontrare la spalliera del letto contro al muro. Dai suoi gemiti costanti ed il tremore delle sue gambe, capii che l'orgasmo era vicino. La vidi gettare indietro la testa e spalancare la bocca, piantandomi le sue unghie ancora più a fondo nel petto. Ci fu un secondo di silenzio, poi la sua voce inondò la stanza. Un lungo grido di piacere, di quelli che ti fanno capire di aver fatto un buon lavoro, anche se in realtà non avevo fatto niente. Monique mi guardò e con voce stranamente gentile ed educata esclamò: - Signor Bernardi, si alzi o farà tardi alla cena di questa sera -. Mi svegliai di soprassalto, rischiando di dare un pugno alla mia governante. - Mi scusi, non volevo spaventarla - Mi disse, pallida in volto. - Non si preoccupi, Françoise. Che ore sono ? - domandai, ancora sbigottito. - Sono le diciassette e trenta, signore - - Grazie mille, può andare adesso - Lei si congedò chinando leggermente la testa ed uscì dalla stanza. Decisi di ignorare il sogno appena fatto, almeno per il momento, e di ...
«123»