1. A GOOD JOB (un buon lavoro)


    Data: 05/12/2020, Categorie: Etero Sesso di Gruppo Cuckold Lesbo Autore: Antartide

    Inizia un�altra giornata del cazzo, una di quelle giornate che avresti voglia di sparire, di essere altrove, di essere qualcun�altra. Dalla stanza del capo arriva, affilata come una katana giapponese, la busta, la fatidica busta, contente la lista delle vittime. �Dottoressa Marelli, il Direttore le manda l�elenco degli esuberi. Buon Lavoro�.Buon Lavoro un cazzo. Avrei voluto rispondere a quella arpia della segretaria di direzione. Vogliamo fare a cambio? No, in questo caso nel cambio ci avrei perso, non ho le ginocchia adatte a stare sotto la scrivania del capo e poi i pompini, a detta di mio marito: �non sono arte tua, ci vuole tanta pratica per fare un buon lavoro di bocca� ed io per sua fortuna di pratica ne avevo avuta ben poca. Oltre al suo membro la mia bocca aveva accolto il cazzetto di tale Nicola P., compagno della seconda f. Durante un compleanno era partito il solito patetico gioco della bottiglia e a fine serata il pegno più assurdo, che decretava la fine del gioco, consisteva nel andare in bagno con lo sfigato di turno e tirargli una sega. Nicola P. abbassando giù gli slip mi aveva messo in mano il suo cazzetto moscio, 8 centimetri circa.Prima di lui la mia mano aveva soppesato il pene di Michele F., il mio primo fidanzatino, lungo circa 15 centimetri ma doppio come la bomboletta della Lacca Loreal da 150 ml. Dopo sette mesi di insistenti richieste avevo ceduto alla mia prima sega, terminata con una camicetta da buttare e un ritorno allo stato sociale di ...
    ... single. La faccia rossa, dalla vergogna per le esigue misure, del povero Nicola P., mi aveva fatto compassione e per cercare di rimediare alla sua défaillance senza pensarci troppo, complice anche i tre mojito bevuti, glielo presi in bocca e mi cimentai in una sorta di sali e scendi che durò per 10 secondi netti terminati dall�improvvisa eruzione di sperma che mi inondò la trachea procurandomi 2 minuti di conati di vomito e una notte insonne.Scorgo la lista dei cinque �condannati a morte� e per fortuna nessuno di quei nomi mi &egrave familiare. Nelle tre ore successive comunico con il fare diplomatico, degno del miglior Renzi che tranquillizza il povero Enrico Letta, agli operai specializzati del settore G, che non rientrano più nei piani dell�azienda e gli faccio firmare la loro �resa dei conti� alla modica cifra di 20.000 euro di indennizzo, l�azienda mi aveva dato un range da 20 a 40 mila euro per chiudere la pratica .Ora tocca al caporeparto e finalmente potrò concludere questa giornata di merda e ritirarmi nelle mura domestiche a stirare le camice di Giorgio e a godermi il finale di stagione di Desperate Housewives. La faccia di Ciro F., caporeparto del settore G e presente in azienda dal 1983, era pietrificata alla notizia del suo licenziamento. Dopo aver dato il sangue per oltre trent�anni in quella triste fabbrica, che infondo era diventata la sua casa, veniva cacciato a calci nel sedere con una pacca sulla spalla e un assegno, postdatato a sei mesi, di soli 25.000 euro ...
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