Esibita al bar
Data: 12/12/2020,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Feticismo
Lesbo
Autore: Evoman2, Fonte: xHamster
... l’aureola e poi, tenendo sempre le dita serrate e strusciandole lungo quella zona così sensibile, risaliva fino alla punta del suo capezzolo quasi fosse la mammella di una vacca da mungere.Con questo trattamento i suoi capezzoli si stavano allungando e gonfiando in modo esagerato e più lui effettuava la sua mungitura e più lei si ritrovava con i capezzoli eccitati e dritti, che le inviavano ondate di calore e di piacere fino al cervello.A quel punto Marco intervenne: “Basta – disse all’uomo – ora lasciamola un po’ a lei” indicando la donna che si era avvicinata e che si stava gustando la scena. La donna in gioventù sicuramente aveva fatto stragi di cuori per la sua bellezza, e ancora oggi mostrava un fascino torbido che sicuramente avrebbe attirato uomini di ogni tipo. “Vediamo quanto sei troia e quanto ci metto a farti godere. – disse lei con tono di sfida – Secondo me tra un minuto ti farò urlare di piacere qui davanti a tutti”.Anna non aveva mai avuto contatti con donne in tutta la sua vita e ora trovava la cosa abbastanza ripugnante e spaventosa. Non solo era trattata come una troia in pubblico, ma anche come una lesbica pronta a godere al primo tocco di una donna. A lei questa volta non gliela avrebbe data vinta, si ripromise.“Togliamole questo giocattolo” disse lei inginocchiandosi e mettendosi con la faccia davanti alla sua fica.Con una mano lo spostò di lato e in un attimo la sua bocca aderì alla fica di Anna.La iniziò a succhiare come fosse un frutto da cui ...
... estrarre il succo e contemporaneamente la penetrava con la lingua. “Ma quanto era lunga quella lingua” si trovò a pensare Anna, la sentiva arrivare in fondo ad un’altezza impensabile. La donna si staccò un attimo e disse: “Questa troia ha la fica tutta invischiata dei suoi umori, ormai ha fatto la crema dentro. Però sono buoni sai? Credo che me li gusterò con vero piacere. Sei pronta a urlare?”.E in effetti un urlo le uscì quando lei, avvicinata di nuovo la bocca, le diede un morso direttamente sul clitoride. Lo teneva prigioniero tra gli incisivi, che spingeva molto in fondo, all’attaccatura di quel pezzetto di carne così sensibile, alternando una pressione ora forte ora delicata, e nel frattempo faceva roteare la lingua intorno alla punta del clitoride che si trovava con la pelle tutta tirata e ormai del tutto fuori. Con i denti praticamente glielo scappucciava e con la lingua lo colpiva e lo schiaffeggiava.Come aveva predetto la donna, e nonostante tutti gli sforzi per cercare di resistere, Anna venne urlando dopo pochi secondi di questo trattamento.Il suo corpo venne come preso da convulsioni per la violenza dell’orgasmo raggiunto, ma lo sgabello tra le cosce e le mani del barista che la tenevano ferma, non le permetteva più di tanto di agitasi.Soprattutto non le permetteva di staccarsi dalla bocca della donna, che a sua volta non smetteva di torturarle la fica. E così facendo l’orgasmo di Anna non accennava a smettere del tutto. Era in una fase di orgasmo intermittente ma ...