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Bari nord, benedetta stazione.
Data: 14/12/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: passbari
Non amo fare ritardo, sono sempre puntuale anzi in anticipo ad ogni appuntamento, che si tratti di lavoro o di semplice uscita con gli amici ma mai e dico mai riesco ad arrivare in stazione prima del treno. Se potessi descrivere la mia vita con semplici parole, potrei dire "treno in corsa!". Spesso sono costretto a muovermi grazie all'aiuto dei mezzi pubblici. Percorro le solite strade, incontro la solita gente e mi ritrovo nella solita stazione. Treni spesso nuovi, puliti, climatizzati, radio sempre accesa e tanti bei maschietti al lavoro. La stazione è ricca di macchinisti davvero stra fighi e in quei casi riesco poco a nascondere (non che io voglia) la mia omosessualità. La storia che sto per raccontarvi, risale ad una fredda sera d'inverno ed ero ormai da solo in attesa che il prossimo treno potesse condurmi nel mio quartiere. Attorno a me non vi era più nessuno. Gli ultimi passanti avevano ben deciso di lasciarmi li solo, così decisi di rinchiudermi nella stanza d'attesa della stazione. Inizialmente indossavo un cappotto ma che per via del caldo eccessivo all'interno di quello spazio minuto era di troppo, un maglioncino blu, scarpe da tennis bianche, jeans grigi e un perizoma nero. Ero assorto nei miei pensieri quando mi accorgo che la porta dinanzi a me si apre ed entra un uomo che avrà avuto all'incirca 25 anni e con esso uno dei dipendenti della stazione. L'uomo sconosciuto si siede difronte a me, mentre il bel macchinista mi chiede quale treno stessi ...
... aspettando. Data la risposta, sorridendomi fa per uscire, ricordandomi però che mancano ancora 60 minuti e che se non avessi nient'altro da fare, sarei potuto salire nel bar per poter sgranocchiare qualcosa. Io però non avevo molta fame, l'unica cosa che poteva farmi star bene in quel momento sarebbe stato un bel cazzo. Quello si che lo vorrei sempre. Comincio a guardarmi attorno e ad osservare con molta più attenzione il corpo del nuovo arrivato. Noto il suo abbigliamento: jeans, felpa e giubbino aperto. Con la coda dell'occhio mi fermo sul pacco. Noto un certo rigonfiamento e i miei pensieri cominciano a vagare. Il viso squadrato, i capelli alzati dalla gelatina e la barba incolta. Braccia muscolose e cosce possenti. Quanto desideravo essere tra le sue grandi gambe a farmi riscaldare dalla foga di un bel pompino fatto a regola d'arte. Quanto sarebbe stato bello poter succhiare li un cazzo duro e grosso col rischio magari che qualche bel dipendente entrasse e mi scopasse!!! Questi e tanti altri pensieri mi invasero la testa al punto che non mi resi conto di essere stato tutto il tempo a fissargli il pacco. Fortuna volle che la sua voce mi fece tornare li dov'ero. Una voce possente, rauca, da uomo. E: scusa, hai d'accendere? IO: no, mi dispiace non fumo. E: peccato, avevo voglia... di fumare. IO: eh si, ti capisco. Torna a guardare fuori ed io torno a rilassarmi sulla scomoda seria. In quel momento, la parte vogliosa di me decide di darsi da fare ...