1. Da sotto la pioggia al caldo


    Data: 17/12/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: Alvertn

    ... “ ora tocca a me.”
    
    E con questo mi toglie lo spazio per le domande e le considerazioni che vorrei fare per capire e chiarire le mie giustificate curiosità.
    
    E’ un mondo nuovo, un mondo che non conosco, un mondo che mi attizza, un mondo che mi libera la fantasia senza sapere se e come e quando.
    
    Mi azzittisco e mi siedo per ascoltare anche io come Marco e Luciano.
    
    “Era una giornata piovosa simile a questa di oggi, avevo finito di lavorare e stavo uscendo per andare a prendere l’autobus per tornare a casa. Saranno circa 3 km di distanza fra lavoro e casa.
    
    Poco prima dell’uscita una collega mi ferma per chiedermi alcune informazioni sul lavoro e quindi non posso disattenderla e scappare. Rischio di perdere il bus ma non posso abbandonarla a se stessa.
    
    Quando finalmente ho concluso il passaggio di consegne da lei richiesto mi avvio di corsa alla fermata, e vedo quando sono quasi a 100 metri il bus partire e avviarsi.
    
    Smetto di correre anche perché la pioggia è cospiqua, arrivato alla fermata leggo gli orari, il prossimo è fra 3 ore.
    
    “cazzo, che faccio” mi chiedo parlando ad alta voce, forse perché incazzato per aver perso il passaggio a casa.
    
    Decido di avviarmi a piedi e fare autostop alle macchine che passeranno, ma so che saranno poche. E’ un orario di lavoro e la strada non è una di quelle trafficate, ma se andasse male in 45 minuti dovrei essere a casa anziché attendere le 3 ore.
    
    Mi avvio con un passo spedito ma non velocissimo, la pioggia ...
    ... continua a cadere sull’ombrello e tutto intorno a me. Il cielo plumbeo, con a luce rifratta che pochissima passa fra le nuvole pesanti gonfie di pioggia, mi mostra un paesaggio nebuloso e cupo, ma con un suo fascino particolare.
    
    Sarà passato circa un 20 minuti da quando percorro la strada stando sul lato destro per poter fare l’autostop, quando finalmente sento il rumore di un motore che si avvicina. Mi fermo, mi giro, vedo un’auto che si avvicina a forte velocità, metto fuori il braccio ed alzo il pollice, l’auto rallenta, capisco che non ha intenzione di fermarsi perché allarga verso il centro della carreggiata per lasciare più spazio fra oi, gesto gentile anche se forse era meglio se si fosse fermato. Ma come succede anziché essere un bel gesto diventa una cazzata. Si nell’allargarsi al centro alla mia altezza centra una bella pozzanghera e al passaggio delle gomme si alza dall’asfalto e mi raggiunge come una e una successiva secchiata di acqua fredda che mi inonda da capo a piedi infradiciandomi tutto, ma tutto completamente. Dal collo e dalla schiena entra inondando maglia canottiera mutande e il resto da fuori. Sono un “poiat”, un pulcino appena nato con le piume ancora fradice.
    
    Sono ancora li che scarico la mia incazzatura con una sequela di parolaccie sottovoce quando dalla casa isolata, la prima del paese anche se lontana, sento una voce che mi chiama cercando di attrarre la mia attenzione. E’ una donna sui 35, un bel portamento, una camicetta aperta davanti che fa ...