1. Il mio matrimonio


    Data: 15/12/2017, Categorie: Incesti Autore: TATO, Fonte: EroticiRacconti

    Dire che la mia è una famiglia particolare, è un eufemismo, e dire che io sia una persona tradizionale ancora meno, ma procediamo con ordine. Io sono gay dalla nascita, sin da piccola ho chiaramente manifestato le mie tendenze, senza forzare nulla, naturalmente, e i mie se ne sono accorti sin dalla mia tenera età, tanto hanno dovuto fare, che per proteggermi, da eventuali soprusi, o bullismi, ci siamo trasferiti in una nazione, dove, fosse possibile, primo farmi crescere senza rischi, e secondo, dove poi potermi registrare e crescere come una femminuccia, e sono pochi i paesi che lo permettono, ma così, mi trovai nella condizione di poter seguire, quelle che erano le mie tendenze sia naturali che sessuali, e così passarono circa diciotto anni della mia vita, ma poi, per ragioni, sia famigliari, che inerenti al militare, e quindi per giocoforza rientrammo. In Italia, io non ero riconosciuta come femmina, ero, all'anagrafe un maschietto, e quindi iniziarono i miei problemi, intanto il mio corpo era femminile già di suo, glabro, senza peli, il mio pene era a riposo, un cosino insignificante, e poi grazie alle cure ormonali, avevo un bel seno terza misura, con un capezzolo ben pronunciato, capelli lunghi biondi, un viso da fanciulla, e e non per ultimo, una vita sessuale al femminile. Comunque, passarono diversi mesi dal nostro rientro, mamma trovò un collegio femminile disposto ad accettarmi come femmina, dietro un lauto compenso, e potei continuare i miei studi, fui messa in ...
    ... una cameretta con altre due ragazze, che scoprii quasi subito essere come mè, e quindi, potei rimanere tranquillamente nuda durante la doccia ecc, anche se poi le altre mie compagne, erano al corrente della mia natura, e col passare dei mesi, mi integrai benissimo con loro, anche perché, non avevo interesse verso il loro sesso, e vederle nude, non mi procurava erezione alcuna, e così, divenni maggiorenne, e poi arrivò il fatidico giorno della visita di leva. Ora era chiaro che fosse impossibile per mè, mettermi in fila con i ragazzi, in mutande, era evidente che ero una donna, il sno era stupendo, capezzoli in piedi, forme femminili, e un piccolo pene, mi avrebbero deriso, se non violentata lì sul posto, e così, i miei grazie ad amici altolocati, mi fecero fare una visita diciamo privata. Mi recai una mattina al distretto, chiaramente per enfatizzare ancor di più la mia natura, ero vestita ancor di più provocante, una camicetta a fiori, aderente, che metteva in mostra le mie rotonde tettine, una gonna con spacco, autoreggenti color carne 8 denari, e un paio di sandali tacco 10, ad ogni passo, si intravedeva il pizzo della calza, e un micro slip, avendo cura di sistemare per bene il mio piccolo pene, da sembrare fighetta con labbra carnose, e così, mi presentai dal tenente colonnello medico incaricato della mia visita. Mi fecero accomodare in uno studiolo, attrezzato ad infermeria, e poco dopo entrò il medico incaricato, un uomo sulla sessantina, corpulento, baffi, brizzolato, e ...
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