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Incubo o realtà? ( prima parte)
Data: 25/12/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Pamts
Si era svegliata con un forte mal di testa. Si sentiva debole e stanca. La testa le girava e sentiva il sapore del sangue in bocca. Di colpo si rese conto di dove Si trovasse, e cosa era successo. D'un tratto le passarono per la testa gli avvenimenti del giorno prima. Quella mattina si era svegliata con una strana sensazione. Con un brutto presentimento. Sapeva sarebbe stato meglio restare a casa, invece aveva deciso di uscire a fare una passeggiata, e magari fermarsi al mercato a comprare un Po di frutta fresca. Quando lo vide in fondo alla strada. La guardava compiaciuto. Con occhi gelidi ma lussuriosi. Di vittoria. L'aveva trovata. Dopo 5 anni voleva la sua rivincita. Così si girò e si avviò dalla parte opposta. Sentiva i suoi occhi addosso che la scrutavano dalla testa ai piedi. Poco dopo si girò ma non lo vide più. Tirò un sospiro di sollievo, ed entrò nel bar a cui era capitata davanti. Poco dopo uscì per tornare verso casa, e in un vicolo vicino casa se lo ritrovò davanti. Le si raggelò il sangue. Si fissarono per qualche minuto. Immobili. Poi fece per cambiare strada, ma lui la bloccò stringendola per i polsi faccia a faccia. Lei iniziò a dimenarsi e a colpirlo per liberarsi, lui allora le tirò un pugno in faccia, facendola cadere. L'aveva colta di sorpresa. Lei fece per alzarsi, lui allora la prese per i capelli e quasi la lanciò dentro la macchina. La legò e la imbavagliò, sussurandole: "ciao Amy. Felice di rivederti. Oddio, sei sempre più bella. Questa volta non ...
... ti lascerò andare. Preparati." Mentre le sfiorò le labbra accennando un bacio sopra il nastro che le tappava la bocca. Lei lo guardava con occhi sbarrati, terrorizzata, impotente. Si svegliò riprendendo i sensi, e si ritrovò in una stanza in penombra. Ci mise qualche minuto ad adattarsi alla semioscurità di dove si trovava. Era legata a una sedia, nuda, ma poi realizzò che non era una sedia qualunque. Infatti notò che era una sedia con sul sedile una sorta di marchingegno che la penetrava. Aveva un meccanismo che permetteva a due vibratori di penetrarla a ritmo alterno grazie ad un telecomando. Uno era dentro la sua vagina e uno dentro il suo sfintere. Fortunatamente non erano di dimensioni fuori dal normale. Servivano solo per torturarla facendola venire ripetutamente senza tregua, non per sfondarla. Si accorse con orrore che il suo incubo peggiore stava comodamente seduto su una poltrona dalla parte opposta della stanza. Le sorrise. Lei si pietrificò. Lui le si avvicinò e le accarezzò il viso e i capelli. "Pensavi mi fossi dimenticato di te?" Le chiese lui gentilmente. Ma dietro la sua gentilezza si nascondeva un mostro. Le girava lentamente attorno, sfiorandole ogni cm del corpo. Lei era disgustata. "Sai. Per colpa tua mi hanno sbattuto fuori da scuola, ho perso i miei amici e sono quasi finito in ospedale. Ho aspettato a lungo questo momento. Di poterti avere tra le mie braccia, di entrare dentro di te. Ahahah. Non hai ancora capito una cosa, in tutto questo tempo. Tu sei ...