Le mie storie (36) (prima parte)
Data: 25/12/2020,
Categorie:
Masturbazione
Prime Esperienze
Autore: isolafelice75, Fonte: xHamster
Ho appena finito la pausa pranzo, entro allo studio e la segretaria mi fa sorridendo "il grande capo ha lasciato delle pratiche sulla tua scrivania con una busta. Credo che tu debba portargliele a casa dopo averle completate". Ringrazio, entro nella mia stanza e sopra ad una serie di faldoni c'è una busta chiusa. La apro senza immaginare assolutamente il contenuto. Poi comincio a leggere, e man mano che le righe scorrono, nella mia mente tante cose si fanno più chiare. Leggo e nello stesso tempo mi ricordo di episodi, di gesti apparentemente normali. Dovrei sorprendermi, dovrei sconvolgermi e invece non accade niente di tutto ciò. Sono a metà della pagina e già capisco cosa troverò scritto dopo, ma proseguo senza nessuna emozione, senza nessun turbamento, forse ne ero consapevole, forse dovevo immaginarlo, forse è così e basta. Non mi stupisce neanche il fatto di non arrabbiarmi, anzi di sapere che alla fine della lettura, pur non sapendo ancora cosa farò, la farò con tanti rimpianti e tanti sensi di colpa. Gli occhi sono sulla lettera a decifrarne la scrittura più che i pensieri (quelli sono chiarissimi), intanto continuano a passarmi davanti le immagini dell'ultimo anno, persone, sorrisi, mezze frasi, complimenti e arrabbiature. Poi finalmente finisco. Ripiego il foglio ordinatamente e lo rimetto nella busta. Metto i faldoni nella borsa del lavoro, indosso la giacca, mi do una aggiustata allo specchio (cercando quanto più possibile di non guardarmi in faccia), poi esco, ...
... saluto Giovanna (la segretaria) le do appuntamento a domani e vado via dallo studio. I quattro piani dell'ascensore che mi portano fuori sembrano interminabili, penso e ripenso a cosa devo fare, non lo so, non lo vorrei sapere, forse lo so. Esco per la strada e comincio a camminare in cerca di un negozio. In genere non sono una cliente affezionata di quel genere di negozi, ma la strada pedonale che mi porterà alla metro è ancora lunga, immagino che ne incrocerò qualcuno inevitabilmente. Infatti, dopo poco le vetrine piene di luci mi catturano in maniera quasi ipnotica. Prima di entrare mi guardo intorno, neanche stessi varcando una porta proibita; è solo un negozio di intimo femminile, ma per la sottoscritta è un qualche cosa di quasi del tutto sconosciuto. Dentro c'è solo un'altra cliente oltre a me, ma neanche il tempo di cercare una confidenza con il luogo che non ho, che si avvicina una commessa" posso aiutarti?" Io incespico, non so neanche da dove cominciare, poi mi faccio coraggio e le dico "mi servirebbe un completino intimo, tanga, calze e reggicalze scure" mi fermo e comincio a pregare che lei non mi chieda tipo, colore, taglia ed altre cose che ignoro, fornendomi quasi sempre allo stesso negozio che sa già quello che mi serve, da tanti anni (lo so, sono l'antitesi della femminilità). Fortunatamente la signorina, molto gentile, deve aver capito che non sono esattamente a mio agio in quel posto, così mi chiede gentilmente di aspettare e sparisce per un paio di minuti. ...