1. Le mutandine dell’amica di mia figlia (cap 6)


    Data: 01/01/2021, Categorie: Prime Esperienze Autore: PifferaioMagico, Fonte: EroticiRacconti

    ... chiudere la mano con una forza inaspettata. — Oggi sapevo che eri in città da solo e ti stavo venendo a cercare. La mano ruota e stringe: non so da che parte concentrarmi. — L’idea era di appostarmi vicino a casa tua. ti avrei incontrato per caso. Ma tu, brutto ladruncolo merdoso, mi hai preceduto… Ti ho visto salire in auto da lontano e ho aspettato ad attraversare. Fino a quando sei passato tu… La morsa intorno al mio cazzo ormai rigonfio si allenta. Passando dall’esterno della coscia, la sua mano risale su per la schiena e scende giù, tra le mutandine rosse, a sfiorare le mie natiche indifese. Piano piano mi accarezza la peluria intorno al buco. So che è questione di attimi, forse secondi. — La tua stupida idea di voler aprire la mia porta blindata stava mandando tutto a monte! Io pensavo che tu, preoccupato di sapermi chiusa fuori, mi avresti offerto di dormire da qualche parte… Magari in uno squallido bed and breakfast? La osservo come si guarderebbe un ladro vestito da guardia carceraria. — Dì la verità, stupidino… Mi avresti lasciato per strada? Non ho il tempo di pensare a una risposta. Con velocità fulminea, la ragazza mi assesta un ceffone a mano piena che mi lascia senza fiato. Lo sguardo è feroce, dura qualche secondo. Dopo un attimo ritorna a miagolare. — Qualche anno di Aikido serviranno a qualcosa, non credi? Mentre immagino Veronica nell’atto di neutralizzare un aggressore, con leve e bloccaggi di scuola giapponese, mi accorgo che le sue dita sono ritornate ...
    ... dalle parti del mio orifizio anale. Sento le sue unghie strofinare, piantarsi nella pelle e poi — eccole — infilarsi lentamente senza sconti. — Oohh — dice lei, togliendomi la battuta — ma questo culetto è proprio asciutto… Apri la boccuccia… Succhia un pochino il mio ditino… Non vorrai mica sentire dolore, vero? Senza perdersi d’animo, apre un’anta dell’armadietto al lato dello specchio e ne estrae una crema per le mani, che evidentemente aveva scorto in precedenza. Ne spreme un po’ su indice e medio. Poi torna dentro le mie intimità: questa volta il massaggio è profondo e completo. Uscendo ed entrando senza sosta, quelle dita affusolate disegnano paesaggi da Divina Commedia. Paradiso e Inferno rispondono “presente”. Del Purgatorio non sentiamo la mancanza. — Quando mi hai detto di venire qui a casa tua, mi sono rilassata. Ho capito che anche tu volevi giocare… Guarda come sei bello, con queste mutandine rosse, ammanettato al termosifone come un cane da guardia. E con due dita che ti stanno sfondando questo inutile buco merdoso. Guardati… Sei adorabile! Cosa direbbero i tuoi colleghi manager, eh? O quelle segretarie-troie-pompinare che ti succhiano il cazzo da sotto la scrivania, mentre parli al cellulare con tua moglie o su Skype con la tua mammina, eh? Gira tutto, vorticosamente. E la serata è soltanto all’inizio. — Non provare a godere, schiavetto! Questo, lo sai: lo decido io. Fino a domenica sei mio. Cinque giorni, cinque pagine di questa agendina. Qui scriveremo i giochi ...