Io non parlo delle donne
Data: 06/01/2021,
Categorie:
Tradimenti
Autore: Tibet, Fonte: EroticiRacconti
Io non parlo delle donne che ho conosciuto, non uso volontariamente “avuto”, è un bruttissimo termine, non mi piace. Avuto? Posseduto? Chi può dire di aver avuto, posseduto qualcuno? Completamente poi? E' un termine improprio, tanto più che tutto è provvisorio nella nostra vita. Anche l'amore, un momento sei felice e un attimo temporale dopo non lo sei più. E' la vita che ci asfalta di continuo, impietosa. Spero invece nella felicità altrui. Che tutti gli altri siano felici. Forse se non sono felice pago il mio egoismo, la mia mancanza di etica, di rispetto e la mia pazzia, ma so che se fossi stato diverso nel passato ciò non avrebbe poi cambiato molto. Non parlo di donne quindi ma parlo della mia pazzia. Di un caso di pazzia assoluta. Ricordo... ...una certa Carla, una di quelle che furono un lampo, la ricordo solo per la vicenda, per il mio comportamento... Era una estate calda... anni fa. Nel tardo pomeriggio portavo il mio cane a bagnarsi in un torrente fuori città. Quanto era bello quel cane! Quanto l'ho amato! Un hovawarth meticcio regalo di una amica. Il torrente era regolato nelle sue piene da quelle opere in muratura che rompono la forza della corrente formando delle pozze profonde. Mi fermavo al di qua del corso d'acqua, c'era una pozza e si poteva nuotare. Al di là spesso c'era lei. Carla. Quasi sempre era in compagnia. Uomini. Dire che mi interessasse, che mi attraesse è una esagerazione. Certo che era una bella donna, bruna e ben fatta, sui trentacinque. Diciamo ...
... che la guardavo con piacere. Ammiravo la sua figura. Nulla di più. Non ricordo come e perché iniziammo a parlare. Forse perché il cane era corso dalla sua parte del torrente? Mi sedetti vicino a lei e pochi attimi dopo ero eccitato. Il reggiseno del bikini che indossava, volutamente allentato, mostrava una bella frazione delle areole dei capezzoli. Ah... quanto è gratificante il lavorare di fantasia! Mi eccitavano più quei piccoli lembi scuri che immaginare tutta la sua nudità. Ed era un segno, un segno di disponibilità, volutamente lei si mostrava. Era quasi sera quando bevemmo qualcosa in un bar vicino e poi decidemmo di andare da me. Da me? Non era possibile. Convivevo allora anche se non pienamente, diciamo che vivevo con una donna, una di quelle "importanti" ma stavamo insieme su due dimensioni, io avevo le chiavi di casa sua e lei quelle di casa mia. Rischiavo ma vivevo una delle tante pazzie, solo chi le ha vissute sa di cosa parlo. Non parliamo di etica. I doveri morali esistono fra persone che ne riconoscono il valore, io spesso non mi sono sentito impegnato ad osservarle. E' così... perché negarlo? Torniamo ad allora. Che fare? In queste cose, negli intrighi di sesso... dico, ho sempre avuto predisposizione, so di essere stato e di esserlo ancora abbastanza contorto, di avere avuto pochi scrupoli e di non essere mai stato un campione di fedeltà. Avevo in casa le chiavi dell'appartamento dei genitori di lei, fuori città per ferie e ai quali avevo promesso di ehm... ...