1. Scambio di email


    Data: 10/01/2021, Categorie: Etero Lesbo Autore: 1948, Fonte: RaccontiMilu

    Da quando ho avuto un'età per essere guardata come una donna ed ho sentito gli occhi addosso dei maschi e delle femmine mi sembrava di essere guardata da tutti ed ho anche scoperto il desiderio di esibirmi, di esporre il mio corpo. In un piccolo paese questo è sconveniente ma in città è un’altra cosa.Nei primi tempi era veramente imbarazzante perché mi faceva sentire a disagio e con il cuore sempre in gola ma in fondo mi faceva piacere e sognavo che qualcuno si prendesse cura del mio corpo.Sono nata vistosa anche se non sono tutta curve; sono una che ora sale sulla scena con un corpo splendido ed una classe che ho appreso in poco tempo pur dimostrando la mia ingenuità ed i limiti che l’età ovviamente mi pone.All’età di quattordici anni mi vedevo crescere da tutte le parti ed il mio corpo era una scoperta continua; vedevo crescere le mammelle, le natiche ed i peli nel pube nonché le immancabili mestruazioni.Se devo essere onesta con me stessa direi che questi indizi non sono una prova che fossi donna ma quasi.Per non passare inosservata qualche motivo ci doveva pur essere. Sentivo attenzioni sottili come sguardi, risatine, voci e respiri su di me come una brezza che mi accarezzava e mi dava la voglia di essere sempre più esposta e appariscente.Mi muovevo d'istinto, facevo prove come se avessi sempre un cartello "Lavori in corso- sto lavorando per voi". In effetti era proprio così: lavoravo per essere bella e raffinata per i maschi del paese ma le ragazze amiche erano ...
    ... affascinate da me e dai miei modi. Tutto ciò che facevo era bello e garbato. Ero in effetti invidiata da tutti e i miei genitori ne erano orgogliosi. Nei miei modi c’era qualcosa di particolare; ero una minorenne dai movimenti accennati e incerti ma si vedeva già che ero una minorenne pericolosa.Perché la percezione fisica era chiara: sapevo di fare effetto.Sapevo che avevo un effetto fisico molto forte sia sui miei coetanei a scuola che sugli adulti.La mia insicurezza mi faceva sentire a disagio se lo ammettevo di fronte a me stessa.A scuola me la cavavo; non perché non mi piacesse studiare ma perché il liceo non era la mia scelta, mi era stata imposta.A dire il vero è che mi sentivo fuori posto, vivevo le cose che mi piacevano e le altre le subivo, fino a sentirmi stupida e incapace. Facevo il minimo indispensabile, parlavo sminuendomi e non valorizzandomi pur sentendomi conscia di essere una preda prelibata per chi avesse voluto fare sesso.Sapevo di essere carina, molto carina. I ragazzi mi giravano intorno ma senza pressare troppo e non avevo tattiche aggressive che potessero inimicarmi le altre ragazze.Credo di essere stata una fantasia pericolosa cioé la liceale giovane e sensuale da guidare e prendere sotto l'ala ma che non ti lascia dormire tranquillo quando vai a casa.Non ero affatto innocua, solo adesso me ne rendo conto. Perché poi, quando le cose si facevano difficili, stavo sulle mie e rientravo nella parte della bambina per bene non più ambigua ma algida.Di fatto quindi, ...
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