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Samanta continua
Data: 12/01/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Corvo Nero
Dopo quello che era successo al pub Samanta si era tenuta lontana dagli amici, facendo persino fatica a rispondere ai messaggi. La sola idea di incontrarli la faceva morire di vergogna. Alberto l'aveva spinta troppo oltre, rendendo pubblica la loro relazione e il suo perverso risvolto. Ora tutti sapevano di loro due del tipo di legame che li univa. Ovvero il suo essere cagna. Come poteva quindi presentarsi davanti a tutti come se nulla fosse? No, non poteva e non l'avrebbe fatto. Lo stesso Alberto non si fece sentire e la povera Samanta decise di dedicarsi allo studio, immergendosi completamente nei libri. Almeno finché, una domenica mattina, di buon ora, qualcuno suonò al campanello. Ancora a letto non si rese subito conto di cosa l'avesse svegliata e il campanello arrivò una seconda volta.� Arrivo arrivo�, disse sbuffando come se qualcuno l'avesse potuta sentire. Guardò l'ora, non erano nemmeno le sette. Sì abbandonò ad uno sbadiglio.� Chi è?�� Sono Alberto, mi fai salire?�Alberto? Cosa ci faceva lì a quell�ora? E cosa voleva da lei? Aveva i capelli in disordine, era tutta in disordine, e indossava solo una lunga maglia che le arrivava a metà coscia. Senza contare che, se non stava attenta, avrebbe mostrato i seni. Era proprio fuori luogo.� è domenica mattina Al��� Lo so lo so, ti chiedo scusa, ma ti prego, devo parlarti.�Samanta si passò una mano sugli occhi, assonnata e con ben poca voglia di parlare. Specialmente con lui.� Senti dai, vediamoci oggi ...
... pomeriggio.�� Dai Sam tuo prego. Hai tutte le ragioni del mondo per non volermi vedere, lo so, ma ti prego, lasciami salire.�La ragazza sospirò. Non avrebbe dovuto farlo ma�� Con chi sei?�� Da solo.�� Come faccio a fidarmi?�� Non ho motivo per farti del male.�� A parte ricattarmi, scoparmi e umiliarmi davanti a tutti i nostri amici�� Sam��� Sam un cazzo, Alberto.�� Dammi una possibilità di spiegarti��La voce del ragazzo era incrinata, forse era davvero dispiaciuto e addolorato. Sospirò.� D'accordo, ma ad una condizione.�� Quale?�� Devi salire per le scale, così posso vedere se sei davvero solo o chiuderti la porta in faccia.�� Va bene, come vuoi tu.�Alberto fece proprio così, quattro piani a piedi, gradino dopo gradino, e Samanta riuscì a sincerarsi che era solo davvero. Ma la ragazza non lo fece entrare subito, lo fermò sul pianerottolo.� Ciao Sam.�� Ciao Alberto. �� è un po� che non ci vediamo.�Pareva davvero dispiaciuto, aveva l�espressione di un cane bastonato.� Era un gioco tra me e te, tu l'hai reso pubblico e mi hai rovinata.�� L'abbiamo fatto insieme, non è stata tutta colpa mia.�A Samanta non piacquero quelle parole, deve per chiudere la porta. Alberto fece un passo avanti, allungando una mano.� No no aspetta scusa!�Lei lo guardò male.� Fammi entrare un attimo, ti prego.��E poi?�� Poi parleremo e alla fine me ne andrò.�� Come quando dovevi venire solo tu per il pompino e siete venuti in due?�Alberto fece per dire qualcosa, ma si fermò, si guardò attorno e ...