1. Alessia e l'abito gessato


    Data: 12/01/2021, Categorie: Trans Autore: alessiapuledra, Fonte: Annunci69

    ... segando. Alzo la testa e gli faccio un cenno malizioso. Si avvicinano dietro la panchina.
    
    Chiedo al mio uomo di mettere il giubbotto sulla panchina e mi metto in ginocchio appoggiata allo schienale. I due cazzi nuovi sono davanti alla mia bocca. Comincio a succhiarli alternati. Il mio uomo mi sta insalivando il culetto. Sento la sua lingua che si infila nel buchino. Brividi di piacere. Ho il cervello completamente spento. Quasi non sento i due che si dicono “ Guarda sta troia. Così figa e così troia. Come succhia. Cazzo che figa della madonna” E’ un’attimo il mio uomo me lo ha appoggiato sul culetto, scivola nel solco delle mio sederino e brutalmente mi penetra. Nessuna resistenza. Come un coltello caldo nel burro. Una spada rovente che mi infilza. Inarco la schiena. “Sii. Prendimi. Scopami il culetto” Poi mi ributto sui due cazzi. Sento le palle che sbattono contro di me. E’ una scopata intensa. Un colpo più forte mi fa inarcare la schiena e contrarre l’ano mentre lui viene. Mi prende per la nuca e mi infila la lingua in bocca. Ci baciamo. Uno dei due ragazzi si siede sulla panchina. Gli salgo sopra e mi impalo sul suo cazzo lucido. Mentre continuo a spompinare l’altro. Poi il tempo sembra fermarsi. Il mio uomo mi prende la pisellina in bocca. Scariche di piacere mi bruciano il cervello. La femminilità ha preso il totale sopravvento. ...
    ... Sono solo Alessia. E’ il culmine del piacere. Il ragazzo seduto viene nel preservativo. L’altro mi riempie la bocca. In quel momento la mia pisellina smette di colare ed erutta, senza che mi tocchi, un getto infinito di sborra.
    
    Prendo un pacchetto di fazzoletti dalla borsa. Ci sistemiamo. Le calze, la gonna. Lucida labbra. Mi tremano le gambe. “Grazie ragazzi” “A te. Come ti chiami?” “Alessia” “Alessia, sei veramente una super figa. Ma fai anche degli spettacoli? Dovresti. Sei troppo figa” “Chissà. Grazie. Ciao”
    
    Riprendo il mio uomo a braccetto. “Non so il tuo nome” “Paolo”
    
    “Grazie Paolo mi hai fatto sentire donna”. “Tu sei Donna. Una Bellissima Donna. Se posso anche una fantastica porcellina.”
    
    Siamo alla macchina. Ci salutiamo. Mi strappa la promessa di richiamarlo.
    
    Salgo e chiudo la portiera. Tremo. L’adrenalina scorre a fiumi. Percorro pochi km e sento di dover fumare. Sono in città. Ormai non ho remore. Posteggio. Scendo. Accendo la sigaretta e faccio due passi. Mi accorgo che il palazzo, una banca, lungo tutta la via è vetrato. Guardo la mia immagine riflessa. Cammino come una puttana. Due clacsono suonano. Arrivo in fondo alla via. Mi giro e torno verso la macchina. Una si accosta. Il finestrino è già abbassato. “Ciao, quanto vuoi?” Sorrido e facendo segno di no, cammino verso la mia macchina. Mi sto bagnando ancora.
    
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