1. Al mare


    Data: 27/08/2017, Categorie: Masturbazione Autore: Ambra, Fonte: EroticiRacconti

    ... cominciasti a toccarmi tu. Una mano al volante e una tra le mie gambe. Ero col vestito sollevato e bagnatissima. Come ora, o forse più. Gli umori erano liberi di colare sul sedile. Così per tutto il viaggio. Mi guardavo, oscena, ma eccitata ancora di più dalla situazione. Sentivo l’odore dei miei umori arrivare alle narici. Le tue dita pregne accarezzavano la fessura, il clitoride gonfio, le labbra tumide e facilmente entravano e uscivano da me. Lo sciacquettio delle dita con i miei fluidi, mi accendeva ancora di più, e diverse volte arrivai al limite. Tu accorgendotene rallentavi il ritmo, e ti spostavi a massaggiare quel punto altrettanto sensibile tra le labbra e l’interno coscia. Stavo impazzendo, mi sembrava di non arrivare mai a destinazione. Più volte ti pregai. Non so bene per cosa: da una parte volevo venire, dall’altra non volevo godere così. Assopita ed estraniata dal ricordo di quella goduria, non mi sono accorta che i due si sono spostati quasi di fianco a me, anche loro in cerca di un po’ d’ombra. Sdraiati, il loro unico contatto fisico adesso è dato dalle loro gambe che si incrociano, quelle di lui intrappolano quelle di lei, una sull’altra. Mi piace immaginare che questa sia una pausa, un momento di pace prima della tempesta dei loro corpi e delle loro menti. Appena possibile prendemmo la deviazione per raggiungere il nostro solito posto. Poche volte ci siamo stati in pieno giorno, ma sempre nei momenti di eccitazione più convulsa. Fermasti la macchina, e ...
    ... subito salii su di te. Finalmente potevo avere ciò che mi spettava. Il tuo cazzo. E non immagini quanto ne abbia bisogno ora. Finalmente ero su di te. Così bagnata, dopo la stimolazione -piacevolmente- subita per tutto il viaggio. Strusciai la tua erezione sulla mia fica per bagnarti di me, e in un solo colpo mi penetrasti per tutta la tua lunghezza. Sento le pareti della mia intimità contrarsi a questo pensiero, come si stringono attorno al tuo membro, quando mi entri dentro. Dopo un primo momento di calma per godermi quella pienezza, i nostri corpi impazziti presero a mangiarsi l’un l’altro. Le tue labbra mi succhiavano i capezzoli, irti come chiodi salati, mentre le tue mani mi presero per i fianchi, dandomi il ritmo. Il ritmo convulso dettato dalla corsa verso il piacere. Quel piacere che cercavamo da ore, e che non tardò ad arrivare, dopo alcuni colpi più feroci di altri, facendoci esplodere in orgasmi intensi, il mio e subito dopo il tuo. Ci abbandonammo a quella fugace soddisfazione, che placò solo momentaneamente quella voglia. Il lieve venticello non è più sufficiente a rinfrescarmi. Sento il mio sesso pulsare dopo tutti questi pensieri, è insopportabile stare qui in mezzo alla gente e non poter far nulla. Entro in mare, l’acqua fresca mi dà i brividi. Il tessuto del costume mette in risalto i capezzoli, già puntuti dall’eccitazione. Mi allontano dalla riva, al largo. Mi sembra di avere tutto il mondo alle spalle. Vorrei averti dietro di me, vorrei essere presa qui ...