1. Il territorio del sogno


    Data: 23/01/2021, Categorie: Etero Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    Il sogno era sempre uguale, emergeva dal subconscio senza preavviso e mi si stampava nella memoria, inciso a fuoco nella mente. Ogni riflessione su di esso non aveva dato esito alcuno e mi sono dovuto arrendere che forse non esisteva alcuna spiegazione logica e che il sogno era pura e semplice causalità. impulsi ormonali misti ad ambientazioni scelte causalmente dal subconscio. Oppure no? O c'era un senso? Di certo la mia mente non é in grado di elabrorare siffatta possibilità da sola! Ergo, ve lo racconto. Forse spiegandovi quanto accaduto renderò più facile per voi accettare gli eventi successivi e le verità atroci in essi contenuti. Il sogno inziava sempre con la giungla. un muro di verde in cui mi immergevo, un nulla vegetale capace di annichilire i sensi umani. Mentre m'inoltravo nella vegetazione, un canto lontanissimo mi catturava, mi ammaliava. Cantato da voce di donna eppure privo della melodia tipica di simil voce, conteneva una traccia bestiale e parlava una lingua che non conoscevo. Il canto mi giungeva distorto dalla distanza e il velo del sogno m'impedisce di ricordarlo tutt'ora, sebbene alla luce degli eventi successivi posso dire di conoscere quel canto sin troppo bene. Seguivo la melodia terribile lungo le rive di un fiume, un fiume enorme come potevano essere il Nilo, il Gange, il Mekong o altri rivi di grandi dimensioni e affluenza di liquidi. Camminavo lungo la riva e sorridevo sentendo quella melodia più vicina. Camminando, giungevo finalmente ...
    ... all'origine del canto e rimanevo basito nel vedere una donna, splendida e nuda, cantare danzando. Il suo corpo mi é rimasto impresso, anche al risveglio tale bellezza era causa di eccitazione febbrile. Oltre a essere giovane e tatuata in tutto il corpo con scritte che non capivo, era anche sexy: seni pronunciati, quasi troppo per una vietnamita (e io posso dire di conoscere bene il Vietnam avendoci svolto il mio servizio militare durante gli anni '60). Quei seni sono stati la prima cosa che ho notato, nel sogno parevano rilucere oliati. Il resto del corpo non aveva un grammo di grasso ed era ricoperto da tatuaggi che non capivo ma che rendevano solo più bella quella donna misteriosa. L'eccitazione nel sogno mi coglieva potente quando lei mi guardava e sorrideva al mio indirizzo, invitandomi a venirle più vicino. I suoi occhi erano bicolori, le pupille eterocrome. Una marrone color nocciola, l'altra azzurra, penetrante lo sguardo di un'aquila reale. Sentivo il mio membro svegliarsi dal suo torpore e mi accorgevo della mia nudità. La volevo. La volevo con ogni fibra del mio essere. Lei sorrideva, il viso incorniciato da capelli corvini che le arrivavano sino alle reni. Mi si avvicinava e, graffiandomi sensualmente il petto con le unghie, scendeva con una mano sino al mio membro, toccandolo in modo tanto sottile e leggero da farmi gemere. Sussurrava qualcosa in inglese, una frase che doveva significare qualcosa ma che, attraverso la coltre del sonno, non manteneva che un'eco distorta di ...
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