Un paziente delle Dottoressa Angela - Due sorelle spagnole mi fanno una sega con i piedi
Data: 24/01/2021,
Categorie:
Incesti
Autore: Angela Kavinsky
Questo racconto è stato scritto da un mio paziente, che ha voluto confidarmi la sua avventura erotica in terra di Spagna. Spero possiate apprezzarlo quanto me! Il mio viaggio a Ibiza fino ad allora era stato divertente, ma quel momento in poi, sarebbe diventato epico! Non mi sarei mai aspettato che quella stupenda ragazza acconsentisse a portarmi a casa sua per farci una bella scopata, né tantomeno che volesse invitare anche sua sorella… La ragazza in questione, Amelia, era una ragazza di 27 anni alta almeno un metro e 80, con un bel viso rotondo circondato da lunghi capelli corvini, una bocca piccola ma carnosa e due vispi occhioni neri. Fisicamente uno spettacolo, con un seno piuttosto piatto (forse una seconda) ma due gambe lunghe che partivano da una minuscola minigonna e finivano in due scarpe col tacco pazzesche: dalla caviglia in giù il piede era ricoperto da una calzina in nylon che rendeva il piede molto più sexy. Mi portò a casa sua e mi fece accomodare sul divano: il suo appartamento era piccolo ma confortevole, con la musica che proveniva dalla strada sottostante la finestra e la luce del cucinino che illuminava il salotto. Si avvicinò a me dopo aver fatto sosta in cucina, portando due bicchieri di vino. Poi, dopo averli appoggiati sul tavolinetto da caffè, si sedette accanto a me. Alzò il piede. “Ma quante volte mi hai schiacciato i piedi stasera mentre ballavamo sulla pista da ballo?”. Presi il piedino e iniziai a baciarlo, poi slacciai la scarpa e continuai, ...
... annusando il profumo della calzina di nylon. “Mmmh mi dispiace tanto… che meraviglia!” Mi misi il piede in bocca, e con i denti le tolsi la calzina, prendendola nella mia bocca. Poi succhiai l’alluce e leccai per bene in mezzo alle dita. Lei rise, e mentre io mi dilettavo col suo piedino, lei con la mano iniziò a passare le unghie sul mio pacco, per poi iniziare a sbottonarmi i bottoni dei pantaloni. “Sei stato tanto cattivo!” disse ridendo, e brancando con la mano il mio cazzo duro; non era mai stato così duro in vita mia, in effetti. Io succhiavo per bene il suo perfetto tallone morbido e affondavo il mio naso nella sua pianta, mentre lei iniziava a segarmi con gusto, sussurrandomi paroline dolci all’orecchio che non riuscivo bene a comprendere: un po’ perché non avevo ancora imparato benissimo lo spagnolo, un po’ perché ero così eccitato e preso dal suo bel piedino che non riuscivo a concentrarmi su altro. Pensavo sinceramente che sarei venuto nel giro di pochi secondi, quando sentii un rumore forte provenire dal corridoio davanti a me, ed una luce accendersi. Tolsi dalla mia bocca le stupende dita dei piedi di Amelia, e feci come per rialzarmi i pantaloni, benché fosse difficile dato che Amelia era seduta accanto a me, con le sue belle cosce sode sulle mie ginocchia. Mi mise una mano sul petto e sorrise. “Tranquillo, è solo mia sorella Morena!” Una bellissima ragazza uscì da quella che doveva essere la sua camera da letto, tenendosi la testa tra le mani. “Que pasa?” disse ...