Samanta continua 4
Data: 19/12/2017,
Categorie:
Etero
Dominazione / BDSM
Autore: Corvo Nero
... divenne buio.� Tu pensi? La mia schiava pensa?�Ci fu un attimo di silenzio. Quelle poche parole erano state più che umilianti per la ragazza.� Non ho sentito la risposta.�� No� non penso� scusi padrone.�� Ovviamente avrai altri cazzi quando avrai imparato a essere obbediente, non parlare a sproposito e saprò che non mi farai fare brutte figure.�Alberto la stava umiliando. Insultando. Ora che aveva ricevuto da lei stessa il via libera a farlo cosa sarebbe successo?� Ora voglio che mi dimostri che ti piace il cazzo.�E in un attimo tirò fuori il membro.� Forza, succhia.�Sam obbedì. Spingendosi un attimo in avanti e gravando ancora di più il proprio peso sulle ginocchia già doloranti, la ragazza iniziò a prendersi cura del sesso di Alberto. Dapprima leccò e diede piccoli baci alla base. Anche se era parzialmente eretto, le cure che gli riservò ben presto lo portarono alla completa erezione. Fu in quel momento che appoggiò le labbra alla cappella e lo fece entrare in bocca. Il piacere del suo padrone dipendeva da lei, dalla sua bocca, dalla sua lingua e lei ci mise tutto l'impegno di cui era capace. D'altronde succhiare cazzi le era sempre piaciuto, le era sempre venuto bene e, con ogni probabilità, si bagnava più così che ad essere presa.Senza usare le mani, il suo padrone le aveva detto di succhiarlo, non di accarezzarlo, si impegnò con tutta se stessa a farlo scorrere tra le labbra. Il dolore alle ginocchia iniziava ad essere davvero insopportabile e sperava che, una volta ...
... concluso il servizio, potrà alzarsi.Il suo desiderio venne esaudito. Alberto le mise una mano sulla testa poco prima dell'orgasmo. Il primo fiotto di sperma le colpì il palato. Gli si depositarono sulla sua lingua. Sam strinse ancora di più le labbra attorno al cazzo per evitare di perdere anche una sola goccia. Restarono fermi un istante, finché Alberto non le accarezzò il viso e fece un passo indietro.� La tua bocca è sempre superlativa.�Samanta deglutì ancora una volta.� Grazie padrone.�� Altro che pagare il biglietto, ci daranno pure la mancia!�Alberto pareva entusiasta, ma Samanta pensò di ignorare queste parole e far finta di nulla. Restò in silenzio mentre il suo padrone si ricomponeva.� La prima regola che ti do è che devi obbedirmi sempre. Non ti obbligo a chiamarmi padrone in pubblico, ma non devi mai mettere in discussione la mia parola.�� Certo padrone.�� Adesso immagino che ti piacerebbe venire.�Poteva negarlo?� Sì padrone��� Lo immaginavo. Ti do il permesso di venire, ma solo se starai a quattro zampe e ti masturberai contro lo spigolo del divano.�Samanta sgrana gli occhi. Non se lo aspettava di certo.� Ah, a proposito�, continua Alberto, � ti è proibito toccarti. Decido io quando se e come puoi farlo. La tua figa non ti appartiene più.�Sam abbassa la testa. In un certo senso, dentro di sé, lo sapeva già, ma sentirlo così scandito da Alberto le fece sentire come un oggetto. Ma forse� non era proprio quello che voleva?� Ma quindi padrone� devo ...