L'autista della gita... ii parte
Data: 19/12/2017,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Chimeloda
Quella notte non dormii sentivo ancora il sapore del seme dell’autista in bocca, sentivo le sue mani sulla testa che mi costringevano a berla tutta tenendomi il cazzo affondato fino in gola., ma soprattutto ripensavo alle sue ultime parole: domani ti inculo… Ero eccitato e impaurito, non sapevo assolutamente cosa fare, come avrei fatto a rimanere solo con lui? Avevo paura ma le sue parole mi riportavano alla realtà del mio desiderio, si volevo essere inculato, inutile negarlo avevo deciso mi sarei fatto inculare. La mattina partimmo alle nove da Montecatini per andare a Firenze. Io ero silenzioso, non avevo dormito o quasi tutta la notte pensando a quello che sarebbe potuto accadere e appena saliti sul pullman mentre tutti gli altri ragazzi cantavano o limonavano con le conquiste della sera precedente, io avevo lo sguardo perso nel vuoto guardavo in avanti e vedevo appena le spalle dell’uomo a cui la sera prima avevo ciucciato il cazzo, il mio primo cazzo. Mi addormentai. Arrivati a Firenze fui l’ultimo a scendere, appena passai l’autista si alzo dal suo sedile e mi tocco il culo, una lunga tastata, nonostante i jeans sentii le sue dita quasi dentro al solco. Nessuno vide, il professore era in cima al gruppo ad illustrare quello che avremmo fatto, i miei compagni intenti a farsi scherzi e quant’altro. Io sentendo quel tocco invadente mi girai verso l’uomo e mi leccai il labbro superiore con la lingua, lui mi fece l’occhiolino e non lo pronuncio ma il labiale era chiarissimo: ...
... stasera voglio il tuo culo troia…
Non sono mai stato un secchione, ma nemmeno uno di quei ragazzi a cui dell’arte non importa nulla, ma quella volta tutte le bellezze architettoniche di Firenze passarono a me inosservate. Seguivo il gruppo meccanicamente parlando il minimo indispensabile. Ai miei amici poco importava ci fossi o no ma il professore noto la mia stranezza e mi chiese cosa fosse successo, io dissi che non stavo bene avevo un gran mal di testa e non vedevo l’ora di tornare in albergo. Lui mi guardo stranamente, ebbi una gran paura avesse capito quello che era successo con l’autista, talmente paura che quando mi disse: “Marco eri strano già da ieri e quando sei andato a prendere lo zainetto ci hai messo una vita, non è che fumi erba, mi raccomando non fare cazzate che se qualcuno ti vede lo dirà ai tuoi e scoppia un casino, con me puoi stare tranquillo da giovane qualche canna l’ho fumata anch’io ma non andare mai oltre, mi raccomando.” Segui un gran “pippone” sulla pericolosità delle droghe e quant’altro. Per me fu un sollievo, a me ha sempre fatto schifo anche il semplice fumo della sigaretta farmi una canna non era mai stato lontanamente nei miei pensieri, ma meglio così che pensi mi sia fumato un po’ di erba e non che abbia fatto un pompino e che lo voglio prendere nel culo, si meglio così.
Tornati in albergo dopo cena avviene la cosa che avveniva sempre nelle gite scolastiche in quei tempi. Ai nostri tempi tutti i liceali in gita vogliono fare una cosa ...