L'autista della gita... ii parte
Data: 19/12/2017,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Chimeloda
... sola, quindi la proposta e la richiesta ai professori: portateci in discoteca.
Già cosa c’è di meglio ogni ragazzo può provarci con quella dell’altra classe, gli accompagnatori sembra accettino a malincuore ma alla fine uno svago che ormai la routine familiare non consente più fa piacere anche a loro, chi di noi non ha il ricordo del professore bacchettone che alla gita si scatena in discoteca?
È la mia occasione. Io il modo di restare in albergo l’ho trovato, chiamo il mio professore e gli ricordo del mio mal di testa . Conviene anche lui che è meglio io resti in albergo a riposare, non dopo avermi fatto le solite raccomandazioni. L’autista fingendo indifferenza ha sentito, se non proprio tutto quanto basta per capire che io sarò lì da solo. Con fare furtivo si avvicina e mi da le chiavi della sua stanza, la 315, e riesce a sussurrami: entra lascia la porta aperta ed aspettami lì, io accompagno loro e torno.
Al solo pensiero ero eccitato salutai i miei compagni e salii in camera. Mi spogliai, mi feci la doccia. Con il sapone insistevo nel solco delle chiappe, mi insaponavo un dito e lo infilavo nel culo, sentivo il buco stretto e mi faceva paura pensare di essere penetrato o più volte pensato di non andare, ma poi muovevo il dito e sentivo che mi piaceva, il cazzo si ingrossava, ed io gemevo solo dentro la doccia.
Mi rivestii presi la chiave della camera 315 e furtivo Sali le scale e mi intrufolai come un ladro nella cameretta dell’autista. Una camera spoglia un ...
... letto, una specie di cassettiera che faceva anche da comodino, una sedia, una piccola scrivania e un armadietto. Io ero impaziente nell’attesa tornasse, non immaginavo quanto tempo ci mettesse, non sapevo quanto tempo avremmo avuto prima che lui dovesse tornare a prendere la scolaresca. Avevo un'unica certezza: mi avrebbe inculato e al solo pensiero impazzivo di paura e voglia. Nell’attesa frugai un po’ fra le sue cose, trovai un paio di mutande sporche, le annusai per rivivere gli odori della sera prima quando gli avevo ciucciato il cazzo sul pullman, ero eccitato e anche molto. Aspettai li una buona mezz’ora, pensai più volte di tornare in camera mia, ma ogni volta che la mano toccava la maniglia della porta tornavo indietro e mi sedevo sul letto. Quando finalmente vidi la maniglia muoversi, la porta aprirsi. L’uomo entro e rise: “lo sapevo saresti venuto deve proprio piacerti il cazzo. Spogliati vediamo come sei fatto.” Io mi tolsi la maglia, le scarpe, le calze. Mi fermai un attimo, lui perentorio: “continua che mi piaci”. Io mi tolsi i jeans rimasi in slip. Lui disse di fermarmi e di girare su me stesso, disse che non ero niente male che se volevo facevo ancora in tempo ad andarmene, ma se sarei rimasto sapevo cosa mi aspettava. Io annui, mi usci un: “si lo so e voglio rimanere”. L’uomo rise e disse: “allora via quegli slip”.
Non era la prima volta che ero nudo davanti ad altri uomini, ma era successo solo dopo gli allenamenti davanti i compagni di squadra al massimo ...