1. I primi venticinque anni


    Data: 20/12/2017, Categorie: Etero Autore: fiordinorma

    ... sapeva cosa fare. Lo feci sedere e poi distendere sul lettino, si lasciava guidare come un automa, mi misi sopra e gradualmente me lo feci entrare nella vagina, con le mie mani affusolate, le unghie smaltate di rosso, premute sul suo petto villoso, forzavo con il bacino penetrandomi fino ai coglioni. Chiavavo mio padre immobile sotto di me, sul mio volto tutti i segni lascivi della più torbida delle libidini, me lo godevo come mai avevo fatto con nessun uomo. Stringevo le pareti vaginali attorno dandogli tanto calore, lui col capo girato contro il muro, non osava guardarmi in faccia, ma stava eccitato al massimo, non mi respinse come altre volte. Tenendomi quel maestoso cazzo nella passerina, mi chinai sul suo orecchio, e dopo averne leccato il lobo, gli sussurrai con voce calda, suadente e pazzescamente da gran puttana: papà.., ti prego mettimelo nel culetto...., fallo per la tua bambina..! Gli uomini, anche se padri esemplari, quando vengono tentati così, non sanno resistere. Mi alzai e mi posi vicino a lui, mettendomi alla pecorina, lui tardava a muoversi, lo implorai di nuovo, aiutandolo ad alzarsi, finalmente mi si mise sopra, poggiandomi le mani mollemente, senza stringerle sui fianchi, tutto io dovevo fare se l'ho volevo. Con la mano destra sotto il mio bacino gli presi il cazzo, e lo guidai sul buchino, lui non faceva pressione, si vergognava di inculare sua figlia, disse a proposito con voce flebile: non ti entra..! Testarda, gli tenni il cazzo fermo sull'ano, e con ...
    ... il bacino spinsi all'indietro, forte forte, fino a che la cappella mi ci entrò, feci un lungo sospiro di sollievo, strinsi il culo attorno al cazzo, tolsi la mano e continuando a spingere, mi inculai da sola e bene pure. Papà, non ti muovere..., ci penso io, come una ossessa spingevo il culo indietro, fermandomi quando sentii le palle pressate sulla fessura della fica, piano piano, non poteva sfuggirmi dal retto, mi distesi sul letto e lui sopra di me. Mi allargai le chiappe all'inverosimile, con il peso del corpo mi spinse in profondità nel retto tutto il cazzone, facendomi godere e piangere dalla gioia, smisi di muovere il bacino, per tenermelo più a lungo dentro in profondità. Ero, in quel momento la donna più felice del mondo, la mia vagina mi donò un orgasmo lungo e copioso, che toccandomi la fica con la mano me la bagnai tutta. Papà, mi sborrò nel culo senza tanto entusiasmo, schizzi caldissimi, fino al colon, una marea di sperma di ottima qualità mi lubrificò l'intero retto. Subito dopo aver goduto, si staccò da me lentissimo, perchè soffriva di mal di schiena, millimetro dopo millimetro, quel cazzo ci mise una eternità ad uscire completamente dal mio culetto, donandomi ancora lunghi momenti di puro piacere e di vera goduria. Subito se ne andò via, io rimasi distesa sul letto, stringendo il buco del culo e le chiappe per non farmi uscire nemmeno una goccia di quel favoloso nettare che papà mi aveva messo dentro. Dopo un quarto d'ora lo raggiunsi nella cucina seduto a ...