1. I miei ex


    Data: 16/02/2021, Categorie: Sensazioni Autore: Letizia50

    ... volta da dietro, mi chinò sul tavolo e alla pecorina cominciò a chiavarmi come un assatanato. Non ricordo quante volte sono venuta, due, tre o quattro volte; è stata una chiavata di quelle memorabili. Il giorno dopo Genny era un ricordo di una sera. Non volli più rivederlo. Emilio nel frattempo mi chiamava, ma io non volevo più nessun contatto con lui. Ormai vivevo una dimensione diversa. Roma è una splendida città ed io mi divertivo a viverla. Un pomeriggio mi ritrovai dalle parti di Monte Mario in una gioielleria, guardavo gli anelli per i quali vado matta. Antonio, il proprietario me li stava mostrando. Lui era un bel tipo, palestrato e sicuro di se. Io guardavo gli anelli e sbirciavo il fusto che, tra l�altro, aveva uno strano gonfiore che quasi arrivava al basso ventre. Io ero vestita in modo normale. Avevo una gonna che era un po più su del ginocchio, una camicetta aperta che faceva intravedere il seno. Quel giorno avevo indossato delle mutande cosiddette col filo, di colore scuro ed avevo degli autoreggenti che se non si fosse sollevato il vestito, nessuno avrebbe visto. Più guardavo gli anelli e più Antonio guardava nella mia camicetta alla ricerca delle mie tette. Dissi un po� stufata di smetterla con quegli sguardi, ed Antonio per tutta risposta mi disse che non riusciva a trattenersi più, doveva andare in bagno. Dopo un po� indispettita per il fatto che non tornasse, mi recai nel retrobottega ed inavvertitamente aprii la porta del bagno. Antonio di scatto si girò ...
    ... e, con mia grande meraviglia, vidi che aveva tra le mani un cazzo di una ventina di centimetri e che si stava masturbando. Non riuscì a trattenersi. La sua sborra mi arrivò sulla gonna con più spruzzi che raggiunsero anche una mia ciocca di capelli. Sbalordita aprii la bocca per proferire �Oddio�, ma Antonio mi guardò e con tutta la dolcezza del mondo mi implorò di farlo chiavare. Non riuscivo più a capire, volevo scappare via, ma in un attimo le mie mutande col filo erano state scostate mettendo a nudo la mia fica, che era già tutta bagnata, e le mie gambe erano allargate. Il cazzo di Antonio non riuscì ad entrare tutto, ma non per colpa mia, era davvero grosso. Ero fradicia di umori, ricordo di essere venuta due volte e Antonio continuava a menare randellate con quell�enorme bestia che aveva tra le gambe. Continuava a strusciarmi il cazzo facendolo entrare ed uscire, poi me lo appoggiò sulla camicetta, tra le tette, stropicciando il tessuto. Con la punta del cazzo, che io avevo provveduto a serrare tra le mammelle, mi sfiorava ogni tanto le labbra ed io, ogni volta, spalancavo la bocca per sentire il suo stantuffo sulla mia lingua e tra i miei denti. D�un tratto Antonio si fermò, mi fece inginocchiare e mi sborrò in faccia, nelle orecchie e sugli occhiali che non avevo fatto in tempo a togliere. Non aveva ancora finito. Mi appoggiò due dita al lobo dell�orecchio sinistro, che nel frattempo era impregnato della sua sborra e così facendo, le inumidì. Con molta delicatezza mi ...