1. Al telefono con susanna


    Data: 26/02/2021, Categorie: Tradimenti Autore: gonful, Fonte: Annunci69

    Il telefono squilla, faccio appena in tempo a rispondere, indaffarato come sono.
    
    È Susanna, la mia ragazza, rispondo. L’audio non è chiaro, non sento bene… rumori gutturali, come qualcuno che mastica, mangia, ingoia. 
Forse non c’è campo, forse il telefono non prende bene. Pronto? Pronto! Mi sposto. Finalmente una voce: «Ciao amore.». Ma i rumori non cessano, lunghi silenzi. 
«Amore, ma cosa stai facendo? Mangi? Non riesco a sentirti!». La risposta mi lascia esterrefatto: «Sì, mangio, sto divorando un bel cazzo.».
    
    Il nostro è un rapporto solido, che dura da anni. Lei, un metro e sessantacinque di femminilità, espressa in labbra carnose e occhi verdi incorniciati da mossi capelli corvini, un seno abbondante e un culo che ispira gli istinti più animali. È sempre stata una gran porca a letto. Ancora ricordo la nostra prima volta: una voglia insaziabile di farsi possedere, di concedermi tutto, di farsi scopare in ogni buco possibile. Ancora ricordo la nostra prima volta: lei con le mani legate, lei «fottimi», lei con il culo completamente aperto, lei che ingoia ogni goccia.
    
    È sempre stata una gran porca. Sì, su questo non c’è dubbio. Ma ora, ora perché questo? Perché questa telefonata?
    
    Dopo anni in cui mi ha concesso di usarla in tutti i modi possibili ed immaginabili, l’unica fantasia ricorrente ancora da soddisfare, era una sola. Spesso, urlato nei repentini orgasmi, sussurrato tra i gemiti di piacere, l’avevamo immaginato: lei piena, piena di cazzi, non solo il ...
    ... mio. Lei piena, finalmente soddisfatta in ogni buco. Lei, non più a dover scegliere, bocca o culo, ma lei piena, di cazzi, grandi, turgidi, che le riempiono il culo, che le soddisfano la figa, che le scaricano fiotti di sperma caldo nella gola. L’avevamo immaginato, ed ogni volta che lo immaginavamo, il nostro orgasmo era più potente del precedente, ed ogni volta ci addormentavamo consci del fatto che fosse solo una fantasia.
    
    Ma adesso questa fantasia sembrava reale, «Sì, mangio, sto divorando un bel cazzo». Non sembrava più una cosa tanto distante. Era lei, era lei che mi chiamava per dirmi che stava prendendo in bocca un cazzo. Un cazzo che non era il mio. La sorpresa lascia rapidamente il posto ad una potente erezione, smetto di lavorare, mi sbottono i pantaloni. «In che senso…? Cosa stai facendo?!», «Hai capito, amore, hai capito bene». Ed ecco che è chiaro, è proprio quel rumore che conosco bene, il rumore di lei che riesce ad ingoiare l’asta fino a sfiorare le palle, il rumore della sua lingua che scorre fino alla cappella, il rumore del risucchio vorace con cui in genere mi soddisfa. «Sei lontano, ormai da 3 settimane, mi manchi… e io ho fame, ho voglia, fame di cazzo, voglia di essere sbattuta come mi sbatti tu, ma tu non ci sei.».
    
    «Va bene», ormai mi sto già masturbando, «Va bene, ma… chi è? Com’è?». «Chi è lo scoprirai… è un test. Lo sto assaggiando. Se mi piace lo conoscerai, perché ti farà compagnia, sarà lui ad aiutarti a riempirmi. Com’è… è buono.». Ed ancora ...
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