Brigitta anale
Data: 27/08/2017,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: alybas, Fonte: EroticiRacconti
Storia vera Ero nel mio studio quando sentii una serie di voci femminili che discutevano animatamente. Mi alzai dalla poltrona dove ero seduto leggendo un libro e avvicinatomi al balcone non ebbi difficoltà a riconoscere le protagoniste del battibecco, le mie due vicine di casa, le due cognate: Sabine la francese che aveva sposato il fratello di Brigitta e quest’ultima, per l’appunto. I toni andavano sempre più accendendosi e sembrava quasi che addirittura potessero arrivare alle vie di fatto. Conoscevo e conosco ampiamente i dissapori esistenti fra le due e credetti che fosse un atto distensivo se fossi sceso a calmarle. Non ci pensai due volte, le conoscevo bene entrambe e sapevo della veemenza di Brigitta, anche se Sabine rossa in viso come un peperone non era da meno, devo dire, e il tono di voce che lei teneva sempre molto sommesso era invece assai alterato. Al mio arrivo la lite sembrò cessare immediatamente. Brigitta, mi salutò con enfasi e meno calorosamente, come al suo solito mi salutà Sabine, la quale abbassò immediatamente il tono chiedendomi scusa per la gazzarra. Chiesi a entrambe cosa stava succedendo ma nessuna delle due disse nulla, anzi Sabine con un sorriso forzato mi disse che tutto era a posto e che si era trattato di stupide liti fra parenti. Brigitta non parlò ma si capiva che non era dello stesso avviso e continuava a borbottare. Sabine mi salutò nuovamente e presa la macchina partì. Rimanemmo quindi io e Brigitta e scherzando sottolineai come fosse ...
... sempre la solita e lei mi rispose in maniera sgarbata, tipico del suo carattere impulsivo e per nulla facile a dominare. Brigitta rimase, si attardava, guardandomi come una gattona, di sottecchi, con desiderio, anzi ,i sembrava di poterne riconoscere una certa brama, poi si avvicino e sorridendo lascivamente mi disse: “so di non essere io il tuo oggetto del desiderio, ma prendimi lo stesso che ti costa posso farti da valvola di sfogo e io intanto ci facciamo un servizio come si deve”. Il pene era grosso, sentivo il desiderio forte di scaricare, Brigitta, era in calore e continuava a mostrarmi la sua evidente disponibilità, per cui pensai che si poteva fare, lei si avvicinò, mi toccò dove sapeva con la sua tipica confidenza, e capii che si doveva fare. Lei comprese che mi ero quasi convinto e rise felice. Brigitta non mi chiedeva mai nulla se non di essere chiavata nel modo più virile possibile, spesso subendo da me ogni sorta di rapporto senza un attimo di esitazione. Sapevo che mi adorava. Bastò la solita occhiata di assenso da parte mia. Chiesi con un filo di voce da te o da me? Lei sorrise e disse: non c’è tempo in garage, in preda alla frenesia inserii la chiavetta e aprii il garage, entrammo furtivi avvinghiati. A questo punto richiusi la saracinesca e ritornato sui miei passi senza parole la condussi in fondo, in una cameretta con un vecchio tavolino sul quale la feci poggiare. La spogliai, alla bella e meglio e lei seppe cosa le avrei fatto, mi conosceva sin troppo bene: ...