1. Sverginato a 60 anni


    Data: 27/02/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: erik20

    ... alla voglia di essere sventrata: i miei, ad ogni sua entrata e uscita erano rantoli di piacere puro. Mi scopò così a lungo, sapendo che stavo godendo, partecipe della mia estasi.
    
    Non avevo mai trovato uno così voglioso e insieme disponibile a darmi il piacere cui da sempre anelavo.
    
    Lo feci staccare da me e gli chiesi di andare a lavarsi l'uccello perché lo volevo ancora in bocca per fargli capire quanto gli fossi grato. Prima di alzarsi dal letto avvicinò la sua bocca al mio uccello e iniziò a spompinarmi. Credevo di impazzire. Con la mano staccai la sua testa nel timore di venire. Era ancora presto. Tornò dopo qualche minuto: gli andai sopra e cominciai a succhiargli lentamente l'uccello mentre gli solleticavo i capezzoli. Guardai con più attenzione quel cazzo che mi aveva deflorato e fatto godere così tanto: non era enorme, sarà stato al massimo una ventina di centimetri. Compresi solo allora quanto fossi stato fortunato. Riuscivo ad inghiottirlo e succhiarlo senza eccessivi problemi, aveva potuto sverginarmi senza traumatizzarmi anche se era altrettanto vero che mi ero riempito il canale di Nivea. Lo spompinai a lungo e lo strusciare delle sue mani nervose sulle mie spalle mi diede il termometro di quanto gradisse quel trattamento. Poi lasciai il suo uccello per risalire lungo i capezzoli sino a raggiungere la sua bocca. I nostri uccelli si "annusavano" ferocemente mentre le due lingue si intrecciavano e le mani si strusciavano sui nostri corpi quasi ...
    ... graffiandosi.
    
    Poi mi avvicinai ad un suo orecchio e gli sussurrai di montarmi ancora a pecora: "Vienimi dentro se vuoi".
    
    Prima volle che gli salissi sopra e mi impalassi sul suo uccello. Mi allargai le chiappe per facilitare il suo ingresso, ma lo feci per pochi minuti. Non è che mi piacesse molto.
    
    Tornai così ad alzare il culo proprio come una pecora e mentre entrava nuovamente dentro di me lo pregai di farmi godere. Appena entrato scivolò abbastanza facilmente sino in fondo per poi tornare indietro lentamente e ritornare sul fondo. Capii finalmente cosa significasse quella che ritenevo una frase fatta come "godere col culo". Era vero. Mi ero posizionato sulla sponda del letto alzando il culo più che potevo incrociando le braccia sulla mia testa toccando il materasso. Lui si mise in piedi alle mie spalle e allargandomi leggermente le chiappe mi dischiuse ancora una volta il fiorellino con la sua cappella. Lo sentivo entrare e scivolare piano piano senza provare alcun fastidio e solleticarmi la prostata. Non era possibile trovare così tanto piacere. Lui era tutto un sussurro nel darmi della vacca e della troia, parole che mi entravano in bocca e nelle orecchie come nettare mentre avevo ripreso a parlargli come una donna che dapprima timorosa nel donare la sua verginità aveva poi capito quanto fosse piacevole. Mi ridiede qualche pacca sulle chiappe, questa volta in modo più feroce, e fu allora che tutto cambiò. Il suo movimento da lento diventò vorticoso e il suo uccello andava solo ...