1. "Come nel mio sogno"


    Data: 13/03/2021, Categorie: Sensazioni Dominazione / BDSM Autore: BIMBA79

    Disegni di fumo sprigionati dall'incenso catturarono il mio sguardo non appena uscii dalla stanza da bagno. L'aria ormai satura di un caldo e avvolgente aroma al legno di rosa, mi donó un intensa sensazione di piacere, amplificata dalla luce soffusa di una piccola abat-jour, posta sul comodino di fianco al grande letto in ferro battuto, ti fissai a lungo, perdendomi nell'impeccabile sfacelo della tua sensualità. Sdraiato e scomposto, con gli occhi chiusi, gli occhiali stretti tra le dita, mi chiesi, sorridendo, se la doccia appena fatta fosse l'unica responsabile del tuo torpore. Il tuo respiro profondo a sollevare lentamente il tessuto leggero del lenzuolo, stropicciato e intriso dei nostri profumi. Mi persi in quel silenzio assordante a guardarti minuti interi, senza muovere un passo verso di te, con il timore di destarti. Scrutai ogni millimetro della tua figura, ogni dettaglio, ogni piega, ogni particolare lasciandomi invadere da qualsiasi emozione, che il solo guardarti, mi donava. Le lunghe ciglia ad adornare un viso già di suo perfetto, le labbra piegate in un impercettibile sorriso, la barba non curata, sorrisi ancora ripensando a quando, quella stessa mattina, ti piombai alle spalle impedendoti di rasarti. «Non t'azzardare a raderti» ti dissi, guardando il tuo sguardo riflesso nello specchio. La tua espressione buffa mi fece scoppiare in una risata che fermai sulla tua schiena, prima di assaggiare il sapore della tua pelle, prima di sfiorarti con le labbra le ...
    ... scapole, per poi seguire il solco fino a raggiungere l'elastico dei pantaloni della tuta. E ora quelle stesse spalle nude, larghe e possenti, facevano capolino dal lenzuolo. Per un attimo l'istinto di disegnarne ancora il perimetro, con la lingua, mi tolse il respiro. Ansimai, ripensando alla tua voce calda e profonda, così penetrante da lasciarmi, come sempre, stupita di quanto ogni sua più leggera sfumatura, riesca a farmi perder la ragione, ancor prima della dignità. Cercando un sostegno lo trovai poggiando la schiena contro la parete, e ancora la mia mente tornò a quella mattina. «Non distrarmi» mi dicesti, mentre con le dita ti accarezzavo il petto. Non ti ascoltai, anzi l'insistenza delle mie dita e delle mie labbra sul tuo corpo, ti obbligò a portare entrambe le mani sul piano d'appoggio del lavabo. «Arrenditi» sussurrai, baciando gli ultimi centimetri di pelle nuda della tua schiena, la tua pelle morbida e profumata la sporcai con la mia bocca, una scia umida lasciata dalla mia lingua, dalle mie labbra. Ti sentii ansimare, pensando alla tua immagine riflessa nello specchio, il tuo respiro al contatto delle mie dita mutava il tuo ventre. Baciai i brividi sulla tua pelle, tra le scapole, premendo le dita sul tuo petto, fino a lasciare segni del mio passaggio. Per poi scendere lungo il ventre godendo del tuo respiro trattenuto. «Ho voglia di te» sussurrai, ansimando. «Lo so» rispondesti tu, posando la tua mano sulla mia. «Lasciati toccare» ti chiesi con un filo di voce, ...
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