1. Il caso


    Data: 21/03/2021, Categorie: Incesti Autore: rober59

    ... troppa costrizione del mio amico, le troppe emozioni e poi lei che ora, senza alcun pudore, se la massaggiava senza dissimularne il piacere, mi fecero eruttare! Ancora una volta davanti a lei, ancora una volta senza toccarmi! Ma stavolta non dissimulai! Me ne fregai ed rantolai libero.“Bravo,bravo il mio sporcaccione. Liberati che è tutta salute!” E riuscii a vederla che ancora si vellicava con piacere! Poi gli occhi mi si chiusero e tutto fu buio. Lei prima d'andarsene mi si avvicinò per sussurrarmi“Bravo e complimenti, ometto mio! Ricordati di pensare alla tua mamma” E svenniLa mattina successiva affrontai il solito tourbillon. Passeggiata defatigante, corsa sostenuta, seduta di potenziamento, lezioni scolastiche, studio e, per finire ,allenamento serale. Svolsi tutto con addosso il ricordo di quegli ultimi giorni. Non un peso ma sicuramente qualcosa con cui fare i conti!Non mi sentivo schiacciato dagli eventi ne' vittima. Tuttalpiù fortunato! I miei genitori, con i loro metodi, avevano sempre evitato d'assillarmi. Con molto tatto si erano posti ai lati della mia vita attenti, solo, a fissare dei confini oltre i quali non andassi. Mi spiego così, oggi, il loro comportamento. Quella che, prima del “CASO”, ritenevo abulia altro non era che una discreta, riservata e vigile sorveglianza. Che poi il sorvegliato diventasse il sorvegliante non stava nell'ordine precostituito! Ne' stava scritto da nessuna parte il divenire, quasi sovversivo, della nostra esistenza da quel momento ...
    ... in poi. Si ruppe così lo svolgimento della mia quotidianità lineare. Uscii da un bozzolo di aspettative volgarmente noiose per accedere alla regola del caos! E nel caos mi trovai quella stessa sera, quando lasciata la palestra, tornai in una casa deserta. Ad aspettarmi solo un bigliettino con l'informazione che si sarebbero trattenuti ad una cena di lavoro di papà. Beh l'illusione che qualcosa fosse cambiato cadde! Ero io che ero cambiato nei loro confronti! E quando ricevetti una loro telefonata, per sapere come fosse la mia serata, intesi che anche loro vivessero diversamente il rapporto. Non era mutata la vita ,eravamo noi che svoltavamo! Con questa nuova asserzione mi recai in camera per segarmi e quindi addormentarmi. Il pomeriggio successivo la incontrai in casa. Era comodamente sdraiata sul divano intenta a leggere. Avvolta nella solita svilente vestaglia da casa, mi salutò abbracciandomi allegra. Canonicamente si informò della scuola e delle varie mie attività. Chiese di eventuali novità intervenute e si riadagiò invitandomi a farle compagnia. Parlottammo senza sentirci angustiati dagli eventi recenti; mi informò, così, che papà aveva procurato un importante commessa all'azienda ,in Africa, e che, la settimana seguente, sarebbe partito per pochi giorni. Ascoltò la mia filippica sul colonialismo delle multinazionali e mi chiese:“Da quanto non senti tua sorella?” L'improvviso cambio d'argomento ed il tono della domanda mi sorpresero. Risposi che, da quando era iniziata ...
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