1. Terapia d'urto 4 - breathe


    Data: 27/03/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: leeryanskype86, Fonte: Annunci69

    Esco da lavoro e trovo il capellone ad aspettarmi fuori dalla macchina: impossibile non riconoscerlo con quella barba lunga, i capelli e il look da hipster.
    
    "Hey, occhio che non ti lascino l'elemosina!" gli dico, scherzando e lui, risentito, mi manda a fanculo e poi mi fa "Dai, sali!". La macchina è profumatissima, prima di tornare a casa l'ha lavata, perché evidentemente era intrisa del suo odore: "peccato", dico, pensando ad alta voce "Cosa?" mi chiede lui "eh? no, nulla..stavo pensando ad alta voce" "okay,ma peccato cosa?" insiste lui.
    
    "Peccato che tu abbia lavato la macchina. Pensavo di godermi il tuo odore una volta salito" "Seeh! E cosa dovevo dire a mio padre?" "eh, vabbè, pazienza", ribatto un po' deluso. Lui mi guarda con una faccia a metà tra il compiaciuto e l'offeso e poi mi fa "quindi ti piace il mio odore?".
    
    "Che domande fai? - gli rispondo seccato - avrei detto che era un peccato, altrimenti?" "Ehi ehi! Guarda che dovrei essere io quello offeso! Ti vengo a prendere al lavoro e mi dai del barbone!" "Scusa, eh! Era una battuta! Dai, portami a casa che devo assolutamente farmi una doccia!", gli intimo con un tono che tutto è, tranne che affettuoso.
    
    Si dirige verso casa mia, io scendo e freddamente gli dico "ok, grazie. Ciao": mi guarda deluso, triste, imbronciato. Giustamente si è fatto mezz'ora di strada e io l'ho aggredito da quando sono uscito. Sto per chiudere lo sportello, quando mi riaffaccio in macchina e gli dico "hey" "Cosa?" "scusa. è stata ...
    ... una giornata del cavolo al lavoro oggi. E tu ti sei fatto mezz'ora di strada per venirmi a prendere. E io ti tratto così, scusami." e dicendo così, risalgo in auto e gli stringo le mani. Vorrei abbracciarlo, ma siamo in mezzo alla strada ed è meglio di no.
    
    Le malelingue del quartiere non aspettano altro.
    
    "Ti va di salire?" gli dico, con la faccia come il gatto con gli stivali di Shrek "No, dai. Vado" "E su! io a casa tua sono venuto un sacco di volte! (e non intendo usare un doppio senso)" e a quella frase lui scoppia a ridere "beh, anche se lo usassi, alla fine è vero!" "Allora, sali?" "Okay. Vengo a casa tua!".
    
    Saliamo su e ci sediamo sul divano. Gli stringo la mano e appoggio la sua testa sulla mia spalla. Poi lo abbraccio. Sento che il suo respiro si fa pesante "hey, hey, che c'è?" "n-n-non..." mi risponde, continuando ad ansimare. Gli poggio una mano sul cuore: è un attacco di panico. "Tò, respira. Hey, va tutto bene. Tranquillo. Concentrati: cosa senti? Sei stanco? Hai fame? Ti senti solo? Arrabbiato?" e per tutta risposta mi abbraccia e scoppia a piangere.
    
    "Va tutto bene, va tutto bene. Ci sono io qua." "Scusa - mi dice con la voce soffocata dal pianto - non volevo metterti in imbarazzo al lavoro. Ti stavo pensando e mi è partito l'arrapamento e volevo sperimentare..." "Ohi. Tranquillo! Non hai fatto nulla di male, anzi! La tua parentesi è stata la cosa più piacevole di oggi" gli dico, calmandolo e baciandogli la fronte, poi lui alza la faccia, mi guarda con ...
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