1. Le mutandine dell’amica di mia figlia (cap 1)


    Data: 31/03/2021, Categorie: Prime Esperienze Autore: PifferaioMagico

    Le trecce da adolescente erano ormai soltanto un ricordo. Veronica era diventata maggiorenne e i miei sogni cominciavano a diventare pulsioni insostenibili. L’avevo vista crescere, sbocciare come un fiore: le gambe lunghe e atletiche, il sedere sodo e ben formato, i seni sempre più esplosivi. E poi quel trucco che faceva risaltare le ciglia morbide e le labbra carnose. Quante volte ho immaginato una conversazione, io e lei da soli in auto, che iniziava innocente - si chiacchierava di temi scolastici, di amici in comune o familiari - e diventava col passare dei minuti pericolosamente stuzzicante. Nel mio dialogo interno percepivo la fantasia della sua voce fintamente smielata, da piccola bambina capricciosa che desidera provocare per farsi sculacciare. Dopo lunghi giri di argomenti generici, ci vedevo scivolare su frasi maliziose, provocazioni dal sapore innocuo ma dal gusto carico di sensualità. La trovata artistica era il cambio finale di registro: all’improvviso ecco con una frase porca di lei (“Adesso basta chiacchiere, tiramelo fuori che voglio riempirmi la bocca”) o un suo gesto spiazzante disegnato dalle dita affusolate. Al volante mi vedevo barcollare, forzandomi di guardare la strada, sebbene con la coda dell’occhio iniziassi a percepire timidi sospiri e movimenti sensuali. L’odore di Veronica riempiva a poco a poco l’abitacolo, fino a saturarmi le narici e ad annebbiarmi la vista. All’inizio era un misto di sudore e profumo da teenager. Un afrore dolciastro e ...
    ... pungente al tempo stesso. Poi arrivava quell’essenza speziata di vagina diciottenne, che lei - sorridendo maliziosa - mi faceva respirare dopo essersi intrufolata con le dita tra le gambe. ************ Sono andato avanti così per oltre un anno, a fantasticare e immaginare dialoghi piccanti tra me e la diciottenne Veronica. Con il cazzo che mi si induriva a sangue ogni volta che visualizzavo una storia di provocazioni e sesso nei particolari. Come se non bastasse, ogni tanto me la ritrovavo insieme a mia figlia e le sue amiche in macchina o a casa impegnate nello studio. Nello specchietto retrovisore ne studiavo i lineamenti nei particolari: la bocca (che immaginavo emettere parole di seduzione, poi di stupore, poi di mugolìo, infine di godimento), il seno rigonfio sotto le maglie attillate, gli orecchini e il trucco da modella, le mani da musicista con le unghie laccate di rosso vermiglio. Un giorno, ormai dissuaso dall’ipotesi di qualsiasi contatto reale, l’Universo ha voluto ricompensarmi di tutti i pensieri e le masturbazioni dedicate a Veronica. Era un pomeriggio di fine luglio ed ero solo in città. Rientrando verso casa con la macchina, ho incrociato lo sguardo della mia diciottenne preferita che attraversava trafelata le strisce pedonali. Quando mi ha riconosciuto, avendola io salutata con un gesto della mano, invece di ricambiare e proseguire, mi ha fatto cenno di fermarmi e accostare. Dopo aver deglutito almeno 2-3 volte in una frazione di secondo, metto le quattro frecce e ...
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