1. Le mutandine dell’amica di mia figlia (cap 1)


    Data: 31/03/2021, Categorie: Prime Esperienze Autore: PifferaioMagico

    ... scendo per andarle incontro. — Ciao, scusami se ti ho fermato — mi dice imbarazzata, con lo sguardo che rimbalza tra me e il terreno davanti alle sue scarpe. — Ciao Veronica, che ci fai in giro con questo caldo? Tutto bene? — Sì tutto bene, ma è successo un casino… Osservo Veronica nei particolari per cercare di fissare il dialogo e arricchirlo di dettagli. È truccata come al solito, con una t-shirt bianca (sempre molto attillata) e una salopette di jeans a calzoncino, a righe bianche e azzurre. Alcuni anellini distribuiti tra le dita completano il quadro della forza di attrazione. Le unghie con lo smalto bianco a metà sono il tocco finale che mi costringe a riprendere fiato per non distrarmi dalle sue parole. — Mi sono chiusa fuori casa e non so come fare! Veronica è più infastidita che spaventata. Capisco solo dopo il casino in cui è finita: i suoi genitori sono al mare e non rientreranno prima del fine settimana. Lei è rimasta in città per studiare e prendere ripetizioni. Ma ora non sa come rientrare nel suo appartamento. Di chiamare i familiari per chiedere aiuto, non se ne parla. — Quelli se ne fregano. Anzi si incazzerebbero a morte dandomi della rincoglionita. E mi farebbero prendere il treno per andare subito da loro. No, io voglio restare qui ancora cinque giorni, fino a domenica. Ma le chiavi sono rimaste sul mio letto e le finestre sono tutte chiuse… — Scusa Veronica, esistono sempre i fabbri. Ne chiamiamo uno e lo facciamo venire subito a forzare la tua ...
    ... serratura. Che dici? — Non lo so, non mi è mai successo. So solo che una volta mio padre si è arrabbiato tantissimo perché un fabbro gli aveva chiesto trecento euro! Mentre parla, alcune piccole gocce di sudore le imperlano il contorno degli occhi e gli angoli della bocca. I capezzoli si sono inturgiditi, forse per la concitazione. E si intuiscono chiaramente tra le bretelle e il cotone della maglietta. La mia mente prova a mettere insieme qualche pensiero sensato. Devo impormi con vigore di scollegare il mio cazzo dalla situazione che sto vivendo. Lo sento viaggiare per conto suo, tra le mutande e i pantaloni. Devo controllarmi per non rovinare tutto. È il momento per cui sono grato di essere nato. — Forse un rimedio c’è — dico io, con un sorriso e una pausa studiata ad arte. — Oh davvero? Che posso fare? — Dobbiamo fare una prova con questa cosa qui. Sul sedile posteriore della macchina ho una borsa che contiene alcune cartelline di lavoro. Facendo il manager di una grande multinazionale, spesso la mia auto è un secondo ufficio. Computer portatili, iPad, presentazioni stampate in formato A3 e giornali di varia dimensione. Proprio quella mattina ho ritirato dal centro diagnostico una serie di radiografie che il medico sportivo mi aveva ordinato per controllare la mia cervicale. Prendo una delle lastre e faccio finta di guardarla in controluce: solo per confonderle le idee e farlo sembrare un gioco di prestigio. — Hai mai visto come fanno i ladri ad aprire le porte dall’esterno? — I ...