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Il faro
Data: 06/04/2021, Categorie: Etero Autore: Spettro82
Erano ormai tre mesi che avevo trasformato il faro nel mio eremo. La natura di quella sperduta isoletta croata sapeva regalarti momenti di estasi assoluta come interminabili giorni di nulla totale. Confidavo appunto in quello per tornare a scrivere, ora che il mio lavoro era ad un punto morto e l'ispirazione che mi aveva condotto al successo pareva essere sparita nei recessi della mia mente assieme al seguito di quel romanzo che mi aveva reso ricco. A tenermi compagnia solo la mia collezione di libri antichi, alcuni esoterici altri impregnati su vecchi miti, che in Croazia ero riuscito ad acquistare da una collezione privata incapace di resistere alla crisi economica del suo precedente proprietario. Una delle rare imbarcazioni che si fermavano al largo per godere delle spiagge deserte dell'isola era l'unica cosa che mi ricordava che eravamo nel presente e non nel 1818, mentre tutto lì intorno era bellissimo ed immutato nella sua affascinante immobilità. Il corpo della donna che vidi emergere dalle onde non poteva passare inosservato, misi a fuoco il binocolo con un gusto quasi voyeuristico nello spiarla. Era abbronzata e l'acqua di mare che sgocciolava dal suo corpo sensuale e generoso la faceva risplendere sotto le carezze dei raggi solari. La osservai sdraiarsi su di una striscia di sabbia, raccogliendosi i capelli bagnati con un gesto sensuale delle mani che mi fece letteralmente trasalire. Indossava un elegante costume bianco che con mia sorpresa ...
... in pochi istanti era scivolato via rivelando un seno stupendo e un sedere che pareva disegnato da uno scultore schiavo della lussuria. Restai a guardarla per interminabili attimi mentre la mia carne reagiva alla naturale voglia di averla, poi schiavo dei ritmi che mi ero imposto decisi di scendere di sotto per prepararmi da mangiare. Il gusto di pranzare con il mare ad accarezzarmi i sensi era impagabile, avevo preso dei frutti di mare immergendomi tra gli scogli di una caletta nascosta e li stavo per gustare accompagnandoli ad un buon vino bianco. Avevo apparecchiato su di un tavolino di legno bianco, riparato da una tenda accarezzata da troppo tempo dal sole e ci misi un istante a mettere a fuoco la voce che sembrava essere comparsa dalla mia testa. Pensai che la solitudine mi avesse fatto uno strano scherzo ma mi resi conto che la mia splendide ospite era lì in carne ed ossa. "Buongiorno, questo posto è davvero stupendo, sono troppo sfacciata se le chiedo dell'acqua?" Indossavo solo un paio di bermuda in tinta con la camicia di lino bianca che metteva in risalto l'abbronzatura sul mio petto. Guardai i capelli biondi ancora umidi della donna ed una folata di vento mi investì con il loro profumo. "Se le offrissi il pranzo? Non capita spesso che dall'acqua Venere esca a prendere il sole lo sa?" Avevo chiaramente commesso un errore, farla sorridere mi aveva completamente reso schiavo della sua bocca carnosa "Volentieri io sono Niky, credo che i ...