1. Chiara e i 5 sensi


    Data: 10/04/2021, Categorie: Etero Autore: Kinglove

    Quando c'&egrave un nuovo arrivo in azienda, mi viene spontaneo seguirlo con attenzione. Probabilmente questa &egrave una curiosità classica a molti: scoprire com'&egrave la nuova persona con cui si passeranno molte ore della giornata, decifrare se sia una persona affine o con cui non ci sarà feeling, rischiando attriti da mal di testa. Se poi il nuovo arrivo piomba nel proprio ufficio, l'attenzione &egrave doppia.E se il nuovo arrivo &egrave una donna che dà l'impressione d'essere più o meno coetanea ? Beh, si attivano immediatamente gli ormoni, si comincia a stare dritti sulla sedia, a sfoggiare sorrisi e gentilezze.Chiara &egrave una quarantenne a cui daresti tranquillamente almeno 5 anni in meno: magra, capelli lunghi, occhi da cerbiatto, un naso un po' a patata che non stona in un viso davvero molto, molto bello. Scoprirò col tempo se abbia fatto o meno concorsi di bellezza ma nel dubbio la considero una donna da sfilata; la vedrei bene a 20 anni in costume che sfila su passerelle per concorsi in qualche località di mare, specie con quel culetto che non nasconde minimamente, vestendo sempre con pantaloni attillati.Donna sorniona alla mattina, particolarmente vispa al pomeriggio: silenziosa e con broncio nelle prime ore lavorative, mostra dopo pranzo simpatia e capacità d'attirare l'attenzione con argomenti vari, senza però esporti più di tanto.La fiducia la dà a pochissime persone, così dice. E rimasi sorpreso quando in un pomeriggio d'Agosto mi confessò che la storia ...
    ... con il suo compagno non stava andando per niente bene. Liti, a volte a muso duro e con grida che i vicini sicuramente ascoltano. Ha mai alzato le mani ? No, quello no, mi assicura. Ma da quel pomeriggio diventai il suo confidente, la persona a cui quasi quotidianamente raccontava i suoi pensieri, quanto le accadeva a casa, con le emozioni che esprimeva in modo forte, rendendo i racconti quasi se li vivessi pure io con lei.Chiara &egrave bella, ha tutto per attirare l'attenzione e spesso al lavoro noi ometti ci giriamo indietro nell'osservarla dopo aver incrociato il suo sguardo.Un sabato pomeriggio mi squillò il citofono e rimasi molto sorpreso nel sapere che era lei. Eppure non le dissi dove abitavo, questo significava che si era interessata e voleva farmi una sorpresa. Questo il secondo momento in cui mi sentii importante e accesi sempre di più l'attenzione verso di lei. L'incontro in realtà fu un semplice dialogo, durato un paio d'ore, vero, ma molto semplice, leggero come se ci conoscessimo da sempre.I dialoghi al lavoro si sostituivano sempre più da incontri fuori dall'orario lavorativo e in ognuno di esso cresceva l'interesse, per lei e che speravo fosse reciproco: un concerto di Liga, a urlare insieme; un abbraccio stretto; una mano che casualmente sfiora il suo seno; ore a passeggiare e a parlare. Quante seghe nel tornare a casa, copiose, con l'uccello che diventava duro in un attimo e capitava spesso di dovermi fare una seconda sega poco dopo la prima.Un dettaglio per ...
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