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Mamma padrona
Data: 22/04/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: andgrasci
... comincio a leccarle ma subito mi arriva un ceffone così forte che mi cadono di nuovo a terra: “coglione devi leccarle a terra, come un cane, come lo schifoso animale che sei” allora mi metto a pecora, e abbasso la testa fino a leccare le scarpe, le assaporo, un odore così forte, un odore così acre, le usava a casa da più di un estate quindi erano pregne del suo sudore, ma non potevo smettere di leccarle, non se così mi era stato ordinato. Lei si inginocchia vicino a me, si mette ad accarezzarmi le chiappe che erano ben aperte e all’aria mentre ero messo a pecora, mi accarezza i glutei, con le dita stuzzica l’ano, sapevo dove saremmo andati a finire, e dice: “ da adesso in poi quando siamo soli per te sarò solo la tua padrona, eseguirai ogni mio ordine, non ribatterai mai, sarai il mio schiavetto personale” a queste ultime parole mi infila di colpo un dito in culo, io sussulto ma subito torno a leccare le scarpe. Lei, mentre fa entra ed esci lentamente: “beh non mi è sembrato così difficile, e senza nemmeno lubrificante, mi sa che lo usi spesso questo bel culetto vero?” non le rispondo, continuo a leccare le scarpe, lei per tutta risposta mi infila con forza il dito in culo appositamente facendomi male e mi urla: “non è vero? Lurido maiale quando ti faccio una domanda devi rispondere subito, hai capito?” Io avevo lanciato un urletto, mi aveva fatto abbastanza male con quella foga, e subito le rispondo: “si mamma, mi penetro spesso con un dito quando mi sego” mi fa urlare di ...
... nuovo con un altro colpo: “coglione cosa ho detto che sono per te?” e io: “mi scusi padrona, mi perdoni” “ecco vedo che comincia a capire” si siede per terra, poggia la schiena al muro e stende le gambe dicendomi “hai l’onore di levare le scarpe alla tua padrona, vai” mentre le sfilo gli stivali con la riverenza e venerazione che si addicono a una padrona dea lei continua a parlarmi: “ora quando finisci voglio che ti metti a cavalcioni su di me col culo rivolto a me, e mi lecchi per bene i piedi. Facciamo un 69 versione schiavo-padrona” Io obbedisco subito, lecco quei piedini come se fossero la cosa più buona del mondo, e in effetti, adoro i piedi e il fatto che fossero quelli di mia madre che spesso sego non faceva altro che eccitarmi ancora di più. I piedi di mia madre, così tanto sognati, adorati, immaginati nelle situazioni più porche, finalmente erano nella mia bocca, tra le mie labbra, bagnati dalla mia saliva, avevano un odore perfetto, non appena lavati che non sanno di niente, ma nemmeno puzzolenti come le ciabatte, appena appena odorosi, quanto basta per non far sembrare di leccare una tavola di legno, lei godeva della situazione, mi muoveva quei piedini in bocca, così eccitante. Nonostante la posizione non aiutasse avevo il cazzo durissimo, pulsava fortissimo, mai l’avevo sentito così. Nel frattempo mia madre, la mia padrona, aveva cominciato ad accarezzarmi le chiappe, palparle, più scorre il tempo più mia madre si avvicina all’ano, comincia prima a massaggiarlo, ...