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La temerarietà
Data: 28/04/2021, Categorie: Prime Esperienze Autore: lecap
... dei presenti mi fissavano, il battito del mio cuore aumentava a dismisura mentre le mani decise di Angelo, dietro di me, abbassavano lentamente la lunga zip del vestito. In pochi secondi ero solo con gli slip e poco dopo, completamente nuda. Pallida, bloccata, priva di logica, ero seduta sulla poltroncina del piccolo negozio. La voce del barbiere aumentò quella straziante ma seducente angoscia: La sedia è fissata a pavimento accanto al bancone e non contempla un lavoro di fronte ad essa, ma solo al fianco. Temo dovremo rotearla di 180 gradi.” Sentivo l'invisibile peluria delle braccia ergersi per l'adrenalina; mi ritrovai di fronte ai due sconosciuti che, con gli occhi spalancati, mi osservavano, completamente nuda e indifesa. Dietro di me sentii il rumore dell'acqua scorrere qualche istante finché, nel mio campo visivo, riapparve l'uomo con la giacchina bianca sostenere con la mano una scodellina mentre, con l'altra, vi girava un pennello da barba denso di schiuma bianca. “La poltrona è troppo verticale e anche le gambe... dovrebbero...essere tenute...più scostate possibile...” Balbettò. In pochi istanti, gli altri presenti, solerti, abbassarono il più possibile lo schienale e dolcemente posero le mie cosce sui rispettivi braccioli, come fossi su un lettino ginecologico. Così, con la mia intimità ...
... indecentemente esposta, socchiusi gli occhi mentre le setole spargevano la schiuma sui peli del monte di venere e, più sotto, ai lati delle labbra fino ad arrivare all'ano. Un miliardo di secondi dopo, i polpastrelli dell'uomo, poggiati sulla mia pelle, la stesero per consentire al rasoio di eseguire il suo lavoro. Le vene delle tempie mi martellavano, il cuore percuoteva il mio petto come un tamburo mentre la mia bocca, era più secca del deserto del Sahara. Ascoltavo il sordo rumore dei miei peli che venivano inesorabilmente falciati dalla lama impietosa. Così, con le cosce spalancate, venni ripulita sommariamente dalla schiuma e dal pelo reciso. Fui nuovamente insaponata e, sempre al centro di quell'interessato e sconosciuto pubblico, il barbiere, sapientemente e delicatamente, passò l'affilato ferro in senso contrario, a rifinire l'opera. Mai, nella mia vita, mi sentii così indifesa, mortificata, esposta e, anche se volontariamente, umiliata. Tuttavia, dentro di me, quel mio coraggio, spavalderia e, perché no, illogica follia, mi faceva sentire orgogliosa del mio essere. La mattina seguente all'aeroporto Guglielmo Marconi, attendevo il check-in ansiosa della vacanza, con addosso una tuta sportiva e gli slip che proteggevano, discreti, la mia fica, liscia e morbida come la pelle di un neonato. .