1. Yodel


    Data: 28/04/2021, Categorie: Etero Autore: Hermann Morr

    Il treno locale usciva dalla stazione di Sondrio nella prima mattina. Sedevo al finestrino del lato destro, quello rivolto verso i monti, mentre lungo i finestrini opposti scorrevano le strade e gli abitati della Valtellina. Dalla mia parte solo verde, grigio, macchie di ocra e alberi che a volte protendevano i loro rami verso la ferrovia, al punto che se avessi aperto avrei potuto toccarli. Ma una pressione morbida contro la mia coscia mi ricordava la presenza della moglie, che non avrebbe gradito la corrente e il rumore. Avevamo dormito in un albergo a Sondrio e ci si era alzati presto perchè a Grosio ci sarebbe stato da camminare, gli zaini attendevano nel portapacchi sopra le nostre teste, lei era ancora mezza addormentata, ma avevo voglia di parlare. " Ma insomma cos'è che andiamo a fare in realtà ? " " Che vuoi dire ? " " Voglio dire che ti conosco. Quando accenni una cosa, poi per settimane non ne parli più, ma infine salta fuori di nuovo, tipo scoprire dal nulla che abbiamo prenotato in Valtellina per tutto il ponte, non è il tuo modo normale di prendere le decisioni. E' quello tipico di quando stai lavorando a qualche fantasia da pervertiti. Anche il fatto che iersera in albergo tu non abbia voluto fare nulla, è una prova, io lo so. " " E ti dispiacerebbe ? " " No. A me piacciono sempre le tue trovate, ma sono troppo curioso per le sorprese. Voglio sapere di che morte andiamo a morire. " Si voltò verso di me del tutto sveglia. Capelli neri alle spalle, appena più ...
    ... bassa, cicciotta il giusto, che comunque anche io non sono in peso forma e va bene così. Sorrideva. " Ma io non te lo voglio dire ! Lo saprai quando saremo arrivati. " A Grosio lei prese un caffè, io nulla perchè preferivo sfidare il calo di zuccheri piuttosto che il colon irritabile. Poi ci incamminammo su per le pendici del Mortirolo, il primo tratto era ancora facile e si poteva affrontare con scarpe leggere, non eravamo soli, c'era gente, comitive che si mischiavano lungo il sentiero con la staccionata a rombi. Era come una grande gita sociale. Arrivammo al rifugio poco prima di mezzogiorno. Riposo, zaini buttati a terra e seduti nell'erba schiena contro schiena, lei inseparabile dai suoi occhiali polarizzati. Entrammo a chiedere la strada per la baita alla responsabile del rifugio, una donna anziana dagli occhi azzurri, forse truccata e senza abiti da lavoro sarebbe stata ancora bella. " Ah siete voi quelli che l'hanno affittata ! Avete fatto bene, c'è da salire, ma è un posto molto bello. Certo, è piuttosto isolata. " L'ultima frase l'aveva detta con della malizia, ma non di quella cattiva, e non potevo darle torto. Il pranzo: anche se fuori stagione il rifugio faceva il risotto coi bruscandoli, che valeva da solo il viaggio. Erborinato di bufala col miele, niente dolce, pochissimo vino. La moglie sotto il tavolo mi teneva la destra sul ginocchio. Una cosa da niente, ma era così che era cominciato tutto, la sua mano sul mio ginocchio con la scusa di farmi un complimento, ...
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