Yodel
Data: 28/04/2021,
Categorie:
Etero
Autore: Hermann Morr
... all'università, quando a un certo corso eravamo tutti seduti attorno a un altro tavolo. Dopo pranzo tirammo fuori dal sacco gli scarponi da montagna e attaccammo il tratto più ripido. Il Mortirolo è considerato uno dei passi più impervi in Italia, ma per fortuna non dovevamo arrivare in cima. Nel cammino le stavo dietro, nel caso fosse scivolata e l'avessi dovuta sorreggere, ma anche per poterla vedere, nascosta a metà dallo zaino. Anche alle superiori. No, la moglie non c'era, non sapevo neppure della sua esistenza, però avevo una compagna di banco, bella come può essere una sedicenne agli occhi di un coetaneo. Quando mi prendeva la stanchezza, o la noia, mi giravo a guardarla, come un quadro d'autore, e dimenticavo la fatica. Come una sindrome di Stendhal. Lungo quel sentiero era la stessa cosa. Quando si segue un percorso la prima volta è più dura, non si conoscono i punti di riferimento per capire quanto manca, non c'è il senso del tempo, si passa tra grandi alberi con nessuna visuale, la strada sembra finire pochi passi dopo, ma ce n'è sempre ancora. Il corpo inizia a credere che la fatica durerà per sempre, l'aspettativa si aggiunge allo sforzo reale, ma io guardavo la moglie e dimenticavo di pensarci. Arrivammo alla baita alle quattro abbondanti Sembrava dipinta, protetta da uno steccato di cui avevo la chiave, circondata da un prato verde pareggiato, strada asfaltata che passava vicino. Si, avremmo potuto salire in taxi, ma la strada a piedi era quella viva. ...
... Imbiancata a calce e tetto rosso che saliva con un angolo molto acuto, come in Trentino, al piano di sopra si saliva con una scala esterna dipinta di giallo. Il pianterreno era tutto una rimessa, c'era una piscinetta gonfiabile, anche un lettino a sdraio che lei volle subito portare nel prato. Poi di sopra, avrei voluto ambientarmi, visitare tutte le stanze, ma dal momento in cui eravamo entrati mia moglie era stata presa da una smania, mi aveva fatto spogliare per fare la doccia assieme, e dopo pretese che si scendesse di fuori, nel prato, nudi. " Vedi perchè ho scelto questo posto ? Da qui vediamo tutta la valle, e nessuno può vedere noi. " Il sole batteva duro , avrei voluto mettere la crema sulla schiena, ma lei non poteva aspettare un attimo. Mi era venuta davanti, aveva piantato le sue tette dure nel mio petto, aveva preso in mano l'uccello, che subito le aveva risposto. “ E’ questa la nuova fantasia ? Facciamo tutto all’aperto ? “ Me lo teneva da sopra, non da sotto, spingeva a tratti contro il pube e la radice, ma non lo poteva smuovere. “ Si. Lo voglio nel culo subito. “ “ Non è una novità.. “ C’era un velo di follia nei suoi occhi nocciola, non si era pettinata dopo la doccia e aveva già gocce di sudore che ricadevano sul viso, sembrava appena uscita dal mare. “ La novità è che me lo devi buttare a freddo, nessuna crema, devi farmi male, devi farmi gridare. Quassù tanto nessuno ci può sentire. “ Mi ci volle qualche istante per elaborare l’input e capire in pieno il ...