Tacco 15 (seguito de "L'Ostrica")
Data: 28/04/2021,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: Micina
LA SCATOLA Sono passati tre giorni e ancora non ho avuto notizie da lui. La settimana lavorativa è finita e mi ritrovo, senza alcuna distrazione, a girovagare per casa in pigiama con lo sguardo fisso nel vuoto. Ogni tanto chiudo gli occhi e sento le sue mani su di me, ogni volta è una fitta allo stomaco e ancora più giù. Suonano alla porta, ritorno alla realtà. Vado ad aprire svogliata. E’ un mazzo di rose: gialle, arancioni, bianche e rosa. C’è anche una scatola nera, piuttosto grande. E c’è un biglietto. Faccio un grosso respiro come a prendere coraggio, lentamente prendo un vaso e metto i fiori nell’acqua. Un altro respiro profondo, apro il biglietto. “Alle 20,00 arriva il taxi. Indossa solo quello che trovi all’interno della scatola, niente di più”. Sono le 11.00 di mattina, ho tempo. Mi guardo allo specchio: capelli arruffati, occhi stropicciati. Panico! Corro! Dove? Come? Calma, respira, respira! Decido di pranzare, ci provo almeno, il cibo non scende. Allora opto per il bagno rilassante. Resto nella vasca a lungo. La mia mente viaggia, lo immagino, lo sento. Ho voglia di toccarmi pensando a lui, come è accaduto spesso in questi ultimi giorni, ma mi trattengo ed esco. Inizia il rito della preparazione: via i peli superflui, spalmo la crema ovunque, capelli stirati alla perfezione, trucco quanto basta, smalto in tinta con il rossetto e il mio profumo preferito. E’ il turno della scatola. Respiro. Alzo piano piano il coperchio. Ci sono altri due contenitori ...
... all’interno, color bianco perlato. Apro il primo: ci trovo delle scarpe a décolleté in pelle nera lucida, senza plateau e il tacco a spillo in acciaio, alto, molto alto, sembra un 15 cm. Appoggio le scarpe al suolo, le fisso un altro po’, troppo alto. Faccio l’ormai consueto respiro di incoraggiamento e sollevo l’altro coperchio. Sfilo un vestito e con un gesto automatico me lo appoggio addosso: è nero, di seta, scollato a “V” davanti e dietro, spalline sottili. Si stringe leggermente in vita per poi cadere dritto fino a qualche centimetro sopra il ginocchio. Proseguo. Estraggo un reggicalze nero con le relative calze, sempre nere, trasparenti, morbide, sembrano in seta. Ho caldo. Infine trovo un piccolo perizoma (dalla frase del biglietto non ci fosse), anch’esso nero, trasparente come i collant, davanti, nella parte superiore, c’è un piccolo inserto a forma di triangolo in pizzo rosa ed ai lati dei sottili nastri, sempre rosa, da annodare ai fianchi. Indosso tutto come richiesto, mi sento nuda, sexy ed eccitata. Un clacson suona due volte. Il mio taxi. Indosso il cappotto, prendo la pochette (mi chiedo se queste cose siano concesse e spero di non sbagliare) ed infilo le scarpe che avevo tenuto per ultime. Esco di casa, faccio un paio di passi e mi fermo. Non riesco a camminare, ad ogni passo c’è il rischio che mi possa slogare una caviglia. Azzardo avanzare ancora un po’, è inutile. Arriva in mio aiuto il tassista, stessa persona dell’altra sera. Ha il sorriso divertito e lo sguardo ...