1. Tacco 15 (seguito de "L'Ostrica")


    Data: 28/04/2021, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Micina

    ... malizioso. Mi porge il braccio e riusciamo finalmente ad arrivare all’auto. Ogni tanto lo sorprendo guardarmi dallo specchietto retrovisore. Ora anche il sorriso è malizioso. Dopo circa mezzora, arrivati davanti al solito palazzo, mi accompagna fino all’ascensore. I restanti passi li faccio aggrappata al muro, sono salva. Ed ecco di nuovo “La porta del paradiso”. Suono e respiro profondamente. IL PUNTO DI NON RITORNO Ed eccolo qui. Bello, camicia chiara, jeans, barba perfettamente fatta, sorriso smagliante e quello sguardo intenso che tutto dice, ma nulla dice. Mi fa segno di entrare, le ginocchia già tremano. Accenno un paio di passi insicuri, ma le sue mani sono già lì pronte a sorreggermi. Mi gira verso di lui, mi sbottona il cappotto (mi fa tremendamente sentire bambina quando fa così), me lo sfila e mi guarda dall’alto verso il basso con un sorriso di approvazione. Ora allunga le mani e mi sposta i capelli dal collo, lo bacia. Mi stringe a se e bacia le mie labbra. Aiuto, aiuto aiuto. Non capisco più nulla, voglio abbandonarmi a lui. Purtroppo si stacca da me molto presto e tenendomi per i fianchi ci spostiamo in cucina. Grande, bella, moderna. Sul bancone, al centro della stanza, c’è un telo che copre (credo) pietanze. Mi fa sedere su uno sgabello piuttosto alto, le mie gambe penzolano. Cerco di accavallarle, ma la sua mano si posa sul ginocchio e mi ferma. Estrae un foulard dalla tasca. “No, voglio guardarti” mi esce spontaneo. “Shhh” e mi benda. Anche i polsi dopo ...
    ... poco vengono di nuovo immobilizzati dietro lo schienale dello sgabello. Lo sento camminare e trafficare per la cucina, poi finalmente ritorna da me. “Apri la bocca” ubbidisco. Ormai conosco quel gesto e lo adoro. Un boccone delizioso, un sorso di vino altrettanto buono e la storia di quella pietanza, di quelle spezie, del loro paese di origine, i luoghi e le culture. Il rituale viene ripetuto svariate volte ed ogni volta che si avvicina per imboccarmi le sue gambe si infilano tra le mie costringendomi ad aprirle. La gonna sale sempre più su e, non so per colpa sua o del fato, lo spallino di destra scende sempre più giù. Mi ritrovo lì, il reggicalze ben in vista, un seno scoperto, il capezzolo turgido e la mente appannata (lo fa apposta a farmi bere, lo so, ma non mi ribello). La cena si conclude con il già conosciuto cioccolato offerto dalle sue dita e qualche bicchiere di rum che scalda ogni punto del mio corpo e mi riporta con la mente a qualche sera prima. Sento il clitoride pulsare. D’improvviso sento la sua mano su una natica, mi attrae verso di lui e il suo cazzo duro si appoggia sul clitoride, l’altra mano pizzica il mio capezzolo scoperto. Mi percorre un brivido e apro la bocca per essere baciata. Me lo concede. La sua lingua rotea dentro la mia bocca con passione e il fuoco inizia a scaldarmi in mezzo alle gambe. Mi sfugge un gemito. Ma lui si stacca. Mi fa scendere dallo sgabello e, sempre tenendomi salda a lui, mi dirige verso non so dove, sempre camminando su gambe ...