La notte della Luminara
Data: 28/04/2021,
Categorie:
Etero
Altro,
Autore: Chiaroveggente
... Dopo pochi secondi, è già venuta sulla mia faccia, e io mi distendo su di lei. Le sue grandi labbra sono così umide e morbide che il mio pene può entrare senza bisogno di essere indirizzato dalle mani. Sono dentro di lei e comincio ad andare avanti e indietro, mentre le mordo il seno, le lecco un orecchio, la bacio (come mi piace che lecchi la mia lingua che sa di lei!) fino a farla venire per la seconda volta. Ancora avanti e indietro, cambiando inclinazione, velocità, ritmo. Levo la camicia perché il calore dei nostri corpi è insopportabile e il mio sudore cola dai capelli sulla sua faccia. Viene una altra volta e cambiamo posizione, rotolando nel letto perchè non sia fuori di lei neanche per un secondo. Adesso sono sotto di lei e la penetro completamente fino in fondo, fino a toccare le sue pareti, fino quasi a farmi male. I nostri peli (tanti i miei, pochi i suoi) sono uniti in un'unica foresta umida lì sotto. La voglio vedere nuda adesso, completamente, nuda come madre natura l'ha fatta: sfila il vestito e leva gli orecchini. Siamo indifesi, incastrati l'uno nel piacere dell'altra. Mi siedo e lei mi avvolge nelle sue gambe. In questo momento siamo davvero una cosa sola, proiettando l'abat-jour un'unica, indistinta ombra. Viene ancora, e ancora e ancora. In questo momento il piacere per lei è massimo e non c'è pensiero al mondo che mi dia più felicità.Mi fermo. La alzo leggermente, estraggo il mio pene duro e lo infilo nel suo sedere. Questo ...
... mi piace tantissimo perché è una cosa che ha fatto fare solo a me: dice che io, a differenza che in passato, non le faccio male. è talmente fradicio che entra facilissimamente, e lei neanche deve raccomandarsi di fare piano. Su e giù, di nuovo, questa volta in un modo meno convenzionale che non tutti gli uomini possono provare con la mia frequenza. Le dico di mettersi a quattro zampe. Lei obbedisce senza fiatare. Siamo talmente in sintonia che non c'è bisogno di dirsi nulla. Lo infilo nuovamente nel suo sedere e dalla mia visuale alta, privilegiata la guardo dimenarsi, urlare il mio nome, il respiro spezzato e il suo bellissimo seno che penzola. Ora è veramente mia, esclusivamente mia, come non lo è mai stata di nessun altro. Io che prima di lei non avevo avuto nessun'altra donna, e il pensiero che lei invece sia stata posseduta da altri alle volte mi fa impazzire. Ma di nessuno è mai stata in questo modo. La stringo per i fianchi al punto da farle venire i lividi, la mia mano destra scorre e graffia lasciandole tre o quattro sottili linee rosse che dalla spalla arrivano fino al gluteo. La mordo sulla spalla sinistra, così forte che penso di starle staccando la carne, ma lei urla, gode, e allora le lascio un'altra impronta dei miei denti sulla schiena e poi ancora sul fianco destro. Viene per l'ennesima volta e crolla pancia a terra. Io continuo, avanti e indietro, e se fa attrito basta infilarlo un attimo nella sua vagina per ricoprirlo di ...