1. L'universitaria fuori sede


    Data: 06/05/2021, Categorie: Etero Autore: Pensionato

    L'UNIVERSITARIA FUORI SEDE (Cap 1) Sono Sonia una ragazza di ventisei anni studentessa fuori corso di economia e commercio, bionda, alta con gli attributi, almeno a detta degli altri, tutti al punto giusto. Debbo dire che tengo molto al mio aspetto fisico, quasi un'ora al giorno di palestra, delle buone nuotate in piscina mi aiutano a tenermi in forma, soda e muscolosa, ma elastica: i muscoli debbono essere piacevoli da carezzare. Ho il problema del mantenermi agli studi fuori sede: vengo da un paese della Ciociaria, trasferita a Roma per motivi di studio, appunto, i miei mi aiutano, ma a me non piace stringere la cinghia: palestra, aperitivi, cene fuori casa, vestiti e tutto quello che può piacere ad una ragazza della mia età. Per questo mi sono adattata a lavoretti che potessero permettere di arrotondare quello che i miei mi facevano avere ogni mese: baby sitter, dog sitter, dama di compagnia. Certo la resa non era eccezionale e sparsi la voce che cercavo un lavoro da svolgere nelle ore libere dallo studio, attaccando cartoncini nelle varie bacheche all'università ed in tutti gli altri posti frequentati. Una sera ricevetti un messaggino in cui mi si chiedeva un selfie del mio viso ed uno a figura intera; proveniva da una sedicente agenzia di modelle che cercava volti nuovi da lanciare nel mondo dello spettacolo e della moda. Non gli diedi peso non risposi e me ne dimenticai: una sera mentre stavo in casa di un ingegnere a guardare un pestifero bimbo di tre anni, il padrone ...
    ... di casa tornò prima della signora, che, mi disse, era rimasta con le sue amiche al circolo per una noiosissima partita a burraco; misi il pargolo a letto, aspettai che si addormentasse e poi tornai dall'ingegnere per ricevere il compenso e tornare a casa. Lui mi invitò a sedermi e a bere qualcosa : era un bell'uomo di una quarantina di anni, magro, scuro di carnagione e di capelli, con occhi penetranti ed un sottile sorriso di coloro che sanno di piacere all'altro sesso: mi versò del cognac preso da una bottiglia di cristallo lavorato e cominciò amabilmente a conversare interessandosi ai miei studi ed alla mia vita. Mi rilassai sul divano e non feci caso al fatto che, intanto, lui si era seduto accanto a me e mi lanciava sguardi che non lasciavano adito a dubbi: ora la situazione stava così: era da tempo che non stavo più con nessuno ed era innegabile che del sano sesso mi mancava; del resto lui non era da buttar via ed allora perché fare la ritrosa e la verginella,che del resto non ero più: gli sorrisi :”Ma sua moglie?” “Non ti preoccupare quando gioca con le sua amiche perde la cognizione del tempo, ma ti prego, dammi del tu, Sonia” e così dicendo mi passò la mano sui jeans, palpando le mie cosce e risalì al mio seno che mostrava attraverso la camicetta due capezzoli ritti per l'eccitazione che già mi stava prendendo. Ci baciammo con vicendevole esplorazione delle lingue, mi sdraiò sul divano, trafficò un poco con i bottoni della camicetta e con il reggiseno fino a quando i ...
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