1. Il papá del mio amico - quarta parte


    Data: 06/05/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: boycomplice, Fonte: Annunci69

    Piegai per bene gli slip che avevo avuto in dono dal papá di Luigi e li sistemai in fretta in una tasca interna del mio zaino, riappoggiando poi di nuovo i libri allo schienale. Avevo il cuore a mille. Mi ero reso conto di aver perso totalmente il controllo, ma mi era bastato il suo sguardo calmo, il suo atteggiamento rassicurante, come a volermi dire: "ti darò tutto quello che vuoi e nessuno saprá mai niente, rimarrá tutto tra me e te". I nostri sguardi furono complici per quei pochi istanti. Quando ripassai in corridoio e arrivai di nuovo davanti alla porta del bagno, lui era in piedi davanti al lavandino che si sistemava l'accappatoio e i capelli, ma non potevo non notare che il suo bel cazzone era ancora in tiro e sbucando dalla fessura poggiava contro il lavandino. Mi immaginavo lì inginocchiato mentre me lo infilava tutto nella bocca. Lui continuò a fare quello che stava facendo senza badare a me ed io proseguii verso la stanza di Luigi, che intanto aveva abbandonato i quaderni per mettersi a giocare alla play. Non dissi nulla, l'idea di passare a giocare avrebbe spazzato via ogni godurioso pensiero, la concetrazione ormai non c'era giá più.
    
    Passò qualche ora e nella stanza entrò il papá di Luigi. Aveva indossato una t-shirt e un pantalone della tuta color grigio che gli andava ben aderente sul bacino da lasciar vedere il suo bel sedere scultoreo e il suo bel pacco abbondante. Dopo aver dato uno schiaffetto di sherzo alla nuca di Luigi rimproverandogli di essersi ...
    ... messo a giocare ai videogiochi al posto di studiare come al suo solito, si rivolse a me dicendomi che doveva andare a fare delle commissioni e che avrebbe potuto riaccompagnarmi lui a casa, visto che era di strada. "Finiamo questa partita e basta" disse Luigi ed io annuii col capo rivolgendo poi uno sguardo al papá di Luigi, che dopo aver accennato un sorriso disse "ok, allora ti aspetto" e mi diede una pacchetta sulla spalla. Nei minuti successivi feci segnare alla squadra di Luigi quanti goal voleva, la sua esultanza era nulla a confronto di quello che avevo nella mente in quel momento.
    
    Ripresi i miei quaderni, uscii dalla stanza e sistemai tutto nello zaino, dicendo al papá di Luigi che avevamo finito e che ero pronto. Lui si alzò dal divano sorridendo, prese le chiavi della auto e dopo aver preso il mio zaino disse "Questo lo porto io" e poi aggiunse "Luigi, noi andiamo via", rivolgendosi al figlio che a quanto pare aveva ripreso un'altra partita da solo e salutò entrambi rimanendo nella sua stanza.
    
    Prendemmo l'ascensore sul pianerottolo e una volta entrati quando si chiuse la porta alle nostre spalle, schiacciò il pulsante per il piano terra e subito dopo allungò la mano verso il mio viso, accarezzandomelo e dicendomi "hai davvero un bel viso e una pelle molto morbida, chissá quante ragazzine ti faranno la corte". Godetti per quei secondi che la sua mano grande e calda mi accarezzava e risposi deciso "non mi interessano le ragazzine". Diventai rosso e lui dopo aver ...
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