1. Un mestiere come un altro


    Data: 11/05/2021, Categorie: Sesso di Gruppo Sesso Interrazziale Lesbo Autore: MisslatoB, Fonte: xHamster

    ... non si capisce è che la maggior parte degli uomini che si rivolgono ad una prostituta lo fanno per svelare il lato più intimo di sè. E non c’è lato più intimo di quello che tocca le emozioni più profonde. Quando i miei clienti si spogliano, tolgono gli abiti e man mano anche ogni altra copertura. Così appaiono vulnerabili come davanti a un’altra non apparirebbero mai. Perché la vulnerabilità non si concede a tutti. Di quante pressioni è vittima un uomo che si discosta da una mentalità machista si potrebbe parlare per ore. Così come dell’ansia da prestazione. Io dico quel che so a partire da me. I miei clienti sono per lo più persone che non regalerebbero tanta intimità ad altre donne, perché il gioco di potere con un’altra non reggerebbe, perché regalare tutto di te, completamente nudo, significa cedere potere all’altra e solo con me, per esempio, si sentono al sicuro, sanno che io non userò mai contro di loro le debolezze che mi hanno confessato, quelle di cui mi hanno parlato. Io sono una prostituta e mi pagano perché così è pagato anche il mio silenzio. Altro che acquisto di carne o semplicemente di servizi sessuali. E’ come se io fossi vincolata al segreto professionale e alla più totale discrezione. Cosa che, per inciso, tutte forniamo, perché da noi vengono uomini di tutti i tipi. Molti hanno famiglia, altri sono insospettabili o persone che hanno ruoli importanti e quindi noi dobbiamo mantenere il segreto. Nella casa in cui incontro i miei clienti ci sono perfino due ...
    ... ingressi separati. Da uno entrano e dall’altro escono, perché così non dovranno incontrarsi. Anche se io lascio sempre un buon margine per dare a tutti il tempo di arrivare avendo garanzia della massima discrezione. Vorrei parlarvi di un cliente che prima di venire da me non aveva mai avuto un rapporto sessuale completo con una donna. Aveva circa 28 anni e sembrava un chierichetto. Non aveva avuto l’occasione, così mi disse, o comunque non era esattamente un adone, per cui aveva molta difficoltà ad approcciare qualcuna. Dopo quattro incontri capì che quello che gli piaceva di me era il fatto che avevo individuato quel che piaceva a lui. Voleva essere abbracciato da dietro. Voleva sentire le mie mani senza guardarmi. Voleva cose che non coinvolgevano eccessivamente il mio corpo. Infine fu felice di scoprire che era ed è gay. Ditemi voi se non ho svolto in modo eccellente il mio lavoro. Perché il lavoro non è solo dare piacere. E’ aiutare alla conoscenza di sé, dal punto di vista sessuale ma non solo. E’ stuzzicare un immaginario a volte sopito, privo di stimoli. E’ empatizzare, comprendere quel che non riescono a dire pelle a pelle. E’ garantire un atteggiamento in cui serve sensibilità, capacità di osservazione, senso dell’ironia, a volte capacità di ridere e far ridere. Quel che siamo noi “puttane” è troppo complesso da descrivere e quando qualcuna ci qualifica semplicemente in un modo morboso, pornografico, osceno, non ha proprio capito nulla di quello che facciamo.La verità ...