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Luana - Cap.III Festa di fine anno
Data: 13/05/2021, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: VicentinoGrey
... emozioni che le bollivano nel petto come il magma di un vulcano. Paura, incertezza, ansia, irrequietezza si mischiavano a eccitazione, sorpresa, turbamento, confusione, libidine e piacere. I capezzoli succhiati da una donna erano stimolati diversamente da quando lo fa un uomo. Guardò con curiosità la bocca di Martina che avvolgeva con passione e amore il suo capezzolo che poteva essere ciucciato nella sua interezza con molta difficoltà. I compagni la guardavano anch’essi con curiosità e interesse. Per loro era la prima volta che vedevano sesso tra donne. Martina spostò poi la sua attenzione all’altro capezzolo, lasciando l’altro mostruosamente lucido di saliva e turgido come una nocciola. Silvia le concesse un paio di minuti e poi sbottò. - Adesso basta, lesbica del cazzo, devi toglierle anche la gonna. Martina sembrò non udire il richiamo offensivo, ma eseguì con leggerezza quanto la compagna le aveva chiesto. La sua mano scivolò lentamente lungo il fianco di Luana, si fermò sulla cerniera laterale, la fece scendere e poi, senza mollare la stretta delicata attorno al grosso capezzolo, le fece scivolare la gonna lungo le cosce. Sbirciò poi gli slip e con le mani tremanti afferrò l’elastico del capo di biancheria e lo spostò verso il basso con estrema lentezza. Smise di succhiare per cogliere l’attimo in cui il cotone scopriva il ciuffetto di peli che stava sul pube bene curato. Mugolò di ingordigia quando le labbra rimasero esposte all’aria: per sfilare gli slip, Martina ...
... dovette accucciarsi e farle arrivare alle caviglie. Si ritrasse per il tempo necessario che Mirco ed Alex legassero le caviglie della prigioniera alle gambe della sedia. Luana era rimasta sconvolta dal tocco delicato che la lingua di un’altra ragazza le aveva elargito e la sua vagina era stata irrorata abbondantemente con i suoi succhi. Poi colse alcuni movimenti tra i ragazzi e capì che si stavano spogliando. Abbassò lo sguardo e notò che Martina, in ginocchio, chiuse gli occhi e baciò soavemente il suo sesso. Sgranò gli occhi e rimase basita dalla sorpresa. Non potendo muoversi, lasciò fare, ma tentò di anestetizzare gli stimoli eccitanti che la sua femminilità riceveva. Martina la stava trattando come una dea. Il tocco, la lievità, il languore che passava dalla sua lingua al corpo di Luana erano sensazioni che la procace compagna non aveva mai provato in precedenza. Il suo bacino rispose istintivamente alle slinguate, muovendosi per incontrare il muscolo guizzante e infaticabile che la passava e ripassava la dolce fessura, premeva sul bocciolo turgido, lo spingeva ai lati e poi in su e giù, scivolava fin sotto a solleticare il perineo, che la prigioniera tentava vanamente di tenere attaccato alla sedia, ma che invece i movimenti del pube spingevano verso l’alto. Le dita della giovane lesbica afferrarono con forza i capezzoli scuri e raggrinziti per la lussuria che ormai aveva preso il corpo di Luana e li torsero. Luana rovesciò la testa indietro per l’improvvisa ondata di ...