Un nuovo stallone e una nuova (vecchia) troia (4)
Data: 17/05/2021,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: crigio, Fonte: Annunci69
... intrufola tra le sue cosce e raggiunge il suo buco. “Oh, merda!”, sussulta Knut. Quindi, torno indietro e lecco lo scroto e tutta la verga fino al frenulo, che mi soffermo a torturare. “Cazzo cazzo cazzo!”, si dimena il mio stallone. “Dai, girati ora!”, sembra implorarmi. La sua eccitazione è tale che vuole scoparmi subito.
Mi volto rimanendogli sopra e, armeggiando un po’, mi impalo. “Oddio!”, ansima. “Vieni qui!”, mi chiede, tirandomi verso il basso. Le mie labbra si appiccicano alle sue e restiamo così per un tempo infinito, mentre il suo bacino inizia ad alzarsi e ad abbassarsi. Mi sembra quasi di avere in corpo un pezzo di legno, rigido e caldo. Non perde un colpo, non si piega e rimane dritto e duro dentro di me. Le sue mani corrono di nuovo alle mie chiappe e le aprono e le chiudono, regalando un massaggio stringente all’asta. Poi, vengono su, mi sollevano la maglia e Knut attacca la bocca ad un mio capezzolo.
“Ma che fai con sta fichetta?”, chiede, d’un tratto, stupito. “Mi ciucci il cazzo?”. Io lo guardo e gli sorrido, e lui torna a mangiarmi ...
... l’aureola. Più me la mordicchia, più il mio sfintere pulsa e gli pompa la verga. “Così mi farai venire!”, biascica, e qualche secondo dopo il suo corpo si irrigidisce. “Sborro, porca puttana! Non resisto più!”, e sento uno schizzo potente colpirmi la prostata. I suoi muscoli gonfi del petto e dell’addome si contraggono e diventa paonazzo in men che non si dica. Digrigna i denti e geme.
Un secondo schizzo mi frusta le pareti dello sfintere e poi sento del liquido vischioso colare verso il basso e fuori dalla mia rosellina. Altri fiotti più deboli fuoriescono dal prepuzio della minchia di Knut, finché il suo orgasmo non si esaurisce. Alla fine, mi sdraio su di lui e ci baciamo con passione.
“Ti amo!”, mi sussurra all’orecchio. “Tanto!”.
Non faccio in tempo a metabolizzare queste parole che la porta della stanza dei monitor cigola. “Ma bene, bene, bene!”. Una voce che non mi è nuova ci distoglie dal nostro godimento. Sollevo il capo e rimango sorpreso nel vedere una vecchia conoscenza sormontarmi con la sua mole molto più appesantita dell’ultima volta..