1. Alla fine arriva il gelato


    Data: 20/05/2021, Categorie: Etero Autore: Dan86

    Era una fredda sera d’inverno e, stranamente, decidemmo di andare a cena fuori.
    
    Non eravamo soliti uscire da casa in questo periodo dell’anno, ma ci avevano consigliato un posto carino da visitare e perché non prendere la palla al balzo per non passare un’altra sera da pantofolai.
    
    La location era situata dall’altra parte della città e non riuscivamo a trovarla. Una volta arrivati restammo sbalorditi dall’accogliente calore del ristorante.
    
    Ci accompagnarono al nostro tavolo che si trovava di fronte il camino, era piccolo ma emanava un calore che poteva scaldare tutta la sala. Non pensate fosse uno spazio enorme, quella sala avrà contenuto forse trenta coperti, ma sembrava di essere a una cena in famiglia e l’idea ci piaceva molto.
    
    Da vero cavaliere a feci accomodare, poi mi misi seduto di fronte a lei.
    
    Nell’attesa il cameriere portò un prosecco di benvenuto e i menù. Dopo un brindisi e il primo sorso cominciai a leggere la carta dei vini e alzando gli occhi di straforo mi accorsi che mi guardava con quei suoi begli occhioni che languidi mi fissavano e lasciavano presagire a un ottimo proseguimento di serata.
    
    Ordinammo l’antipasto di montagna e scelsi un buon vino rosso ad accompagnare.
    
    Mangiavamo e bevevamo senza remora alcuna, noi che eravamo sempre attenti alla linea.
    
    Il calore di quel buon vino rosso si tramutò presto nel calore che ci mancava da qualche tempo.
    
    Mi continuava a guardare, ma lo sguardo languido aveva lasciato spazio a uno sguardo ...
    ... malizioso che non ammetteva nessun fraintendimento.
    
    Il primo fu accompagnato da altro vino, eravamo alla terza bottiglia e non passava minuto senza che la mia testa potesse pensare a quello che sarebbe accaduto appena rientrati a casa.
    
    Lei si stancò presto della sua portata e sentii il tacco della sua scarpa cadere sotto la lunga tovaglia bianca che toccava il pavimento.
    
    Il piede scorreva sulla mia gamba facendomi salire gli umori e pian piano arrivò in mezzo le mie cosce. La pianta del suo piede ora spingeva sul mio pene inturgiditosi dalla situazione.
    
    Il cameriere provò a chiederci se gradivamo un secondo, un dolce, un caffè … CONTO!
    
    La reazione simultanea ci fece capire che il calore della serata si poteva finalmente tramutare in quella che non era l’abitudinaria serata di tutto l’anno.
    
    Dirigendoci verso la macchina ci stringevamo la mano a vicenda come due piccioncini. Sembrava non arrivare mai. Sembrava una distanza siderale.
    
    Finalmente in macchina e casa era lontana.
    
    Sentivo il mio pisello inturgidirsi sempre di più e i miei pantaloni non lasciare alcuno spazio all’immaginazione. La cosa era talmente evidente che la sua mano oggi non si fermò sulla mia, sopra il cambio.
    
    Saliva sfiorandomi il braccio, scendeva sulla mia coscia fino ad arrivare alla lampo.
    
    In un batter d’occhio la sentivo toccarmi sopra le mutande, con quella mano che si era insinuata all’interno dei miei pantaloni, quasi senza accorgermene.
    
    Il bottone si aprì da solo dato ...
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