1. Il figlio del vicino


    Data: 21/05/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: TATO, Fonte: EroticiRacconti

    Io non sono uno stinco di santo, anzi, direi più un porco che un santo, sposato per comodo, a una bellissima donna, per comodo perché io sono gay. E quindi lei è libera da ogni legame, e ha i suoi amici e amanti, e io i miei, fino ad un paio di mesi fa, quando vicino a noi, è venuta ad abitare una famigliola, composta da madre padre e figlio maschio, un bel ragazzo, ma particolare. Io ho fiuto per i miei simili, li capisco anche senza che parlino, e il ragazzo era come mè, più giovane ma come mè, e così da buon vicino feci le presentazioni, e con mia moglie, si è fatto il possibile per metterli a loro agio. La prima cosa che mia moglie mi ha detto una volta soli è stato, ti piace il ragazzo vero?, ho capito, te lo vuoi fare, e mentre parlava, si avvicinava, e infilata la mano nei pantaloni, e costatato quanto era duro, aggiunse, vai in camera e preparati, truccati, che ti porto a scopare troia, si spesso mia moglie, mi portava in un locale dove alcune donne, portavano i loro maschi a esibirsi per poi assistere alla monta, mentre loro chiacchieravano e bevevano, noi venivamo portate in una camera, con un grandissimo letto, e soddisfavamo i maschi che avevano voglia, il tutto trasmesso su grandi schermi nel locale, e quindi quella sera potei soddisfare e farmi soddisfare come mi piaceva. Ma il punto era lui, Francesco, giovane, 20 anni, carino, non muscoloso, non un adone, ma un vero maschietto femmina, e io dovevo averlo, o essere sua, così iniziai un lento avvicinamento, io ...
    ... d'altronde ho passato i cinquanta, e non volevo sputtanarmi subito, e quindi inizia a fare appostamenti e a capire i suoi orari, in modo da farmi trovare sempre in garage, intento a fare qualcosa, e così chiacchierare con lui, anche se a volte mi capitava anche il padre, o la madre, ma persistetti. col passare dei mesi, il nostro rapporto si fece più intimo, e parlammo della morosa e delle donne in genere, poi piano piano lo portai verso i trav e il mio mondo, senza fagli capire che cosa fossi veramente. Poi una volta capito che non era del tutto disinteressato al mio mondo, un giorno feci il primo passo, come al solito ero intenta a fare cose in garage, e lasciato aperto il portellone dell'auto, appoggiai un mio reggicalze completo di calze, in modo che si intravedesse, e una volta che lui entrò, e si sedette vicino, lo notò, e fece finta di nulla, ma il suo sguardo cadeva sempre li, e poi nulla di fatto, il seme era stato piantato. Notai che scendeva con più regolarità, anzi sembrava che mi curasse, così aumentai i miei giri in garage, e iniziai anche ad andare in cantina, dove più volte me lo ritrovai, così feci il passo successivo, sempre in auto lasciai un paio delle mie scarpe tacco 10 e uno slip, stessa scena, solo che non erano nascoste, e appena lui le notò, io mi avvicinai, e dissi, o scusami, che sciocca che sono, lascio sempre in giro le mie cose quando mi cambio al mio rientro dai miei giretti, e lui mi fissò, deglutì, e mi chiese, ma sono tue? ma sono scarpe da ...
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