Il lettino dell'osteopata.
Data: 22/05/2021,
Categorie:
Etero
Autore: Giuto1
"Cavolo, sono già le ventuno. Tra un'ora ho l'appuntamento dall'osteopata".
Erano almeno due anni che andavo dall'osteopata. Un problema alla schiena mi aveva fatto penare per un bel po' di tempo. Quando ero quasi del tutto a posto, il medico mi aveva consigliato di andarci ogni tanto, per tenermi "in riga". Da quando ci andavo, problemi non ne avevo più avuti. Stavo bene e mi sistemava quei due o tre problemini che ogni tanto, tra palestra e piscina, si presentavano. Nulla di preoccupante, ma lo studio mi portava anche ad assumere posizioni pessime.
Da qualche mese l'osteopata che mi seguiva aveva cambiato zona e mi avevano reindirizzato da un'altra osteopata dello studio. Simona ha venticinque anni, magra, poche curve e una seconda di seno. Bei capelli castani ricci che a volte mortifica legandoli o dandogli comunque poco spazio. Non mi sono mai spiegato il perché, ma a volte mi sembra una ragazza molto carina, con viso angelico dai tratti estremamente delicati, a volte bruttarellina.
Fatto sta che da quando andavo da lei, avevo iniziato a farmi una sega prima dell'appuntamento. Questo piccolo rituale era diventato necessario perché correvo il rischio di reazioni incontrollate e ben poco carine quando appoggiava le sue mani in zona inguine, a volte mettendo la mano tra l'elastico dei pantaloni e la pelle.
Resomi conto di essere in ritardo, mi faccio una veloce doccia e mi preparo ancora più velocemente. Sono da lei iper puntuale. L'appuntamento alle 21 era una ...
... necessità, per me e per lei. Durante il giorno tra studio, commissioni e piccoli lavoretti non avrei potuto fare altrimenti. Anche lei era iper impegnata, e quindi lo studio le concedeva di chiudere lei, e quindi poteva stare fino a tardi.
Avevo avuto una giornata piena di impegni, e avevo solo voglia di rilassarmi, in buona compagnia. Simona d'altronde è una ragazza socievole, non troppo chiacchierona e dai modi gentili e distesi. La prima mezz'ora passa in fretta, qualche parola qui e là, qualche battutina per farla ridere un po', il silenzio assoluto che ci circonda e le sue mani calde e delicate che cercano di sistemare gli acciacchi.
Ad un certo punto, le sue mani si spostano, come spesso capitava, in zona inguinale. E lì, il flash: cavolo, la sega! Già, proprio così: mi ero dimenticato, e non ne avrei comunque avuto il tempo, di farmi la sega "scaricatrice". Sotto alla sua mano che si sposta da sopra il pene all'inguine ritmicamente, separata da uno strato sottilissimo di stoffa, il mio pene dà segni di vita. I pantaloncini che indosso non potranno mai contenere o nascondere la mia erezione.
Cerco di pensare ad altro, dai fenicotteri rosa ad anziane signore nude... Ma niente da fare, il pene non accenna a tornare in letargo. E oggi Simona è proprio carina!
Non so cosa fare, ho gli occhi chiusi e mi concentro su qualunque cosa anti-sesso. Però, ogni volta che la mano torna sotto all'elastico, il pene reclama attenzioni, crescendo di millimetro in millimetro. ...