Storia di un'ordinaria scopata
Data: 22/05/2021,
Categorie:
Etero
Autore: Semiramis
Non è stato sempre così. C'era un tempo in cui Lia ed io ci amavamo. Non era strano, era solo amore... quello che si usa definire amore. Succede di sera, sotto alle coperte oppure al supermercato quando scegli gli stessi biscotti. Mi sento così pieno di banalità e così triste per lei che ve ne voglio parlare. La più bella donna sulla faccia della terra, non serve il viso e i modi gentili ed educati. Le belle donne la bellezza ce l'hanno negli occhi. Ti ghiacciano e ti portano a provare quel senso (lo chiamo così, io) che ti dice che ti stai realizzando tutt'uno con quella cosa, persona, albero, cane. Non era più così, si era l'oggetto l'uno dell'altra. Quando scopi e ti serve l'inventiva stai, appunto, scopando e il sentimento è già partito ed è tornato nei libri impolverati della zia Lilla (ve lo giuro ha una zia che si chiama Lilla ma vi prego di non credermi, mi fa bene). La zia Lilla legge quei romanzi con la copertina dove c'è sempre un prato e due vestiti da 800' ed è insopportabile... Ma perché continuo a parlare di quella vecchiaccia? Dunque, vi dicevo, non ci amiamo più. Questa sera quando è tornata a casa, l'ho guardata negli occhi e c'aveva quelli da puttanella. Glieli leggo sempre gli occhi io! Ho scolato la pasta e quegli soaghetti erano deliziosi (che aggettivo odioso per degli spaghetti, quasi come queste parentesi) ma, vi dicevo, c'aveva quegli occhi. L'ho presa subito in braccio e ho spostato tutta la roba che c'era su quel tavolo di vetro che odio, lo ...
... odio perché mi fanno schifo gli arredamenti moderni delle case di città. Fredde e monocromatiche come i cittadini. E la mia puttanella si sente come loro, ora. Le ho sfilato i pantaloni e le ho aperto le cosce. C'ha una fica bellissima, anche se non ci amiamo, amo la sua fica. Mi fiondo su quel pomo succulento e lo mangio, lo faccio mio con la lingua. Le spolpo le labbra e la trattengo giù, su quel tavolo freddo da cui si ribella. Le tiro fuori il clitoride e me lo mangio. Geme, le è sempre piaciuto il mio cunnilingus. L'ho fatta godere sempre con la lingua e lo faccio anche ora come una ventosa. Lei si contorce, si dimena e piega le ginocchia, mi fa pensare a Ulisse, temo anch'io di toccarle quelle ginocchia contratte come lui teme quelle di Nausicaa. Le raccolgo ancora il clitoride in bocca ma lei mi sposta, mi afferra i capelli e mi bacia. Stupendo, un bacio carnale, grosso e rumoroso. Mi butta la lingua in bocca e capisco che è piena di voglia quando scende sul mio petto e lo lecca con la punta della lingua. Mi strappa via la cintura, con le mani ma è come se lo stesse facendo coi denti. Sbottona tutto e si infila il mio pisello in bocca. Scende fin giù, lo chiude nella sua gola e con le sue labbra rosse lo leviga. Sento il frenulo bollire, la lingua lo liscia e lo fa cantare. Le afferro i capelli, la spingo contro il mio cazzo come se l'asta non avesse fine ma lei l'ha già fagocitato. Le sue labbra mi levigano i testicoli, le strattono la chioma e lei li prende nella sua ...