I miei due zii - capitolo 6
Data: 27/05/2021,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: aramis2, Fonte: Annunci69
Capitolo 6 - La punizione dello zio
Un giorno mentre stavo andando in bicicletta vidi zio Berto che camminava per la strada e mi avvicinai sorridendo, lui sembrò sorpreso ma felice di vedermi. Mi chiese dove stavo andando ed io dissi che stavo solo girellando. Mi disse che era un po' di fretta ma che sarebbe stato a casa nel giro di un’ora. Mentre lo diceva sorrideva ed alzò le sopraciglia come se stesse suggerendo qualche cosa, al che dissi: “Verrò a trovarti. Mi piacerebbe”
Mi ha sorriso: “Ti piacerebbe? Lo vuoi?”
Lasciai che la mia mano cadesse dal manubrio alla parte anteriore dei miei pantaloni e guardandolo dissi: “Sì zio. Io Lo voglio. Posso venire?”
Lui accennò col capo: “Sì, OK. Vieni tra un’ora. Non mi deludere.” E mentre si allontanava dissi: “Oh no, non ti deluderò.”
Non ricordo quello che accadde ma ricordo che la sera ero a letto e mi stavo accarezzando l’uccello come sempre quando improvvisamente mi ricordai che non ero andato dallo zio! Ci pensavo mentre continuavo con la sega finché non sparai lo sperma sul mio stomaco e mi addormentai in pace.
Forse erano passati due giorni, stavo andando in bicicletta nel parco vicino alla casa dello zio e pensavo di andare a quel gabinetto quando vidi lo zio! Stava uscendo dal cesso e stava andando verso casa sua. Gridai e pedalai verso di lui, lui si girò, mi vide, si fermò e quando gli fui vicino mi chiese: “Cosa ci fai qui?”
Gli dissi che stavo andando a spasso: “No, stavi andando nel gabinetto, ...
... non è vero?”
Lo negai e lui: “Non mi dirai che non ce l’hai duro?”
Io sorrisi: “Sì, lo sai che è così. Lo sai benissimo.”
Mi sorrise: “Vedi, io so come ti senti. Vai a casa mia ed aspettami, ci sarò tra un minuto.
Ma aspettami.” Ci andai, dopo poco lo vidi avvicinarsi ed il mio cazzo cominciò a diventare duro! Era bello.
Lui mi superò, aprì la porta, si girò e disse “Dai, non stare lì. Entra e prendi quello che vuoi.”
Entrai e chiuse la porta dietro di me, mi mise una mano sulla spalla e disse: “Andiamo in cucina a preparare una tazza di tè.”
Ero confuso, non volevo del tè ma lui mi toccò il sedere mentre lo diceva ed il mio pene divenne più duro al pensiero di succhiare di nuovo il suo cazzo gigantesco.
Mise sul fuoco il bollitore poi si girò verso di me: “Bene, togliti i pantaloni via e fatti vedere.”
Mi tolsi pantaloni e mutande e rimasi di fronte a lui con l’asta dura che puntava verso l'alto.
Mi sorrise, mi afferrò l’uccello e disse: “Sai che mi sembra proprio che diventi più grosso! Ma dove sei andato l'altro giorno? Ti ho aspettato.”
Non avevo scuse: “Me ne sono dimenticato.”
Con la mano libera di aprì la patta, il suo cazzo era duro e puntava verso di me. Mise la mano nei pantaloni ed ora le sue pesanti palle pendevano sotto il grosso uccello duro mentre spingeva i pantaloni giù dalle anche.
Mi guardò e disse: “Esci dai pantaloni, non li voglio intorno alle caviglie” Lasciò andare il mio pene, gettò un grosso asciugamano sul tavolo ...