Zeus e ganimede
Data: 31/05/2021,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: prassitele, Fonte: Annunci69
Su richiesta di un amico, un nuovo racconto.
Zeus e Ganimede.
Mi sono sempre chiesto se gli dei dell’Olimpo greco andassero la notte a letto a dormire o se usassero la notte solo per le loro attività erotiche. Ma facciamo finta che dormissero e facessero anche dei bei sogni.
Una mattina, Zeus, dopo aver sognato per tutta la notte di avere scopato le più belle mogli dei re terrestri, si svegliò con una erezione da urlo e subito andò a svegliare il suo favorito Ganimede per sfogare su di lui la sua irresistibile voglia.
Ganimede, ancora sonnacchioso, si sottopose con una certa riluttanza alla solita prepotenza del suo signore, lamentandosi con lui per averlo svegliato nel corso di un bellissimo sogno nel quale prima l’erotomane Marte e, successivamente, il forzuto Ercole avevano usato ed abusato delle sue grazie, facendolo godere da matti.
Zeus era troppo arrapato per dargli retta, per cui lo acchiappò fin dal primo momento agguantandolo da dietro e, senza neppure minimamente lubrificargli il buchino, gli schiaffò dentro con violenza il suo divino supercazzo da capo di tutti gli dei.
A nulla valse, al povero Ganimede, di gridare come un agnellino sgozzato per il gran dolore che il suo povero culetto stava soffrendo: nessuno sarebbe intervenuto a salvarlo, nemmeno la gran troia di Era, moglie legittima di Zeus (ed anche sua sorella, visto che l’incesto, allora, era cosa normalissima), perché tutti avevano paura del violento e prepotente Zeus che, quando si ...
... incazzava, non risparmiava a nessuno di fargli assaggiare i suoi pungenti e dolorosi fulmini.
Dopo pochi minuti, però, Ganimede, ormai completamente sveglio, cominciò a partecipare volentieri a quel mattutino amplesso, godendosi fino in fondo quella penetrazione che gli solleticava non solo lo sfintere, ma l’intero intestino retto, in lui sensibilissimo al piacere che gli faceva crescere e indurire il suo bel cazzetto da efebo.
Quando Zeus ebbe finalmente eiaculato il suo litro e passa di sborra negli intestini di Ganimede, lasciandolo sfatto ma soddisfatto, così gli si rivolse.
“Piccolo puttanello irriverente, credevi che non sentivo quello che dicevi mentre ti stavo inculando? Stavi rimpiangendo il sogno con quel puttaniere da quattro soldi di Marte e con quel mezzo uomo di Ercole? E va bene, visto che ti piace Ercole più di me, adesso ti aggiusto io per le feste.”
Detto questo, usando le sue facoltà di potersi trasformare in qualsiasi altro essere vivente, Zeus assunse le sembianze di Ercole, acchiappò nuovamente il povero Ganimede che aveva ancora il culetto rosso per la precedente inculata, e gli schiaffò nuovamente dentro il gran supercazzo che, malgrado la precedente sborrata, non aveva perso nulla della sua durezza e delle sue dimensioni.
Ma ormai Ganimede era in quella fase in cui, cazzo più cazzo meno, qualunque cosa che gli entrava nel culo gli procurava soltanto gioia e godimento, non solo non si lamentò più, ma fantasticando proprio su Ercole, prese ad ...